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IL GENIO DENTRO L'IMMAGINE: VIDEO, VISIONI E VIDEOGAME by Alessandro Ludovico

La rete ormai pullula di sequenze animate e di digitalizzazioni di filmati, ma pochi sono ancora i tentativi e le realizzazioni che cercano di sfruttare le peculiarità dei file video con le loro possibilità d'espressione intrinseche, inclusi gli effetti che i software di editing forniscono in modalità standard. Abstract è, invece, una serie di brevi video che liberano tutta la forza evocativa ed estetica dell'algoritmo di sfocatura, lasciando che l'utente si bei dell'indefinito e astratto muoversi di luci e colori, con i suoni di sottofondo annullati in un silenzio riflessivo, in una dimensione straniante. Tutto questo prima di essere risvegliato negli ultimi secondi dal repentino ritorno alla realtà che ricodifica automaticamente tutte le percezioni alla luce dei nuovi dati, indotti con forza anche dal ritorno del sonoro in tutto il suo reale volume e il suo impatto percettivo.

Realizzati dal francese Xavier Cahen fanno riflettere sull'astrazione nell'arte applicando all'immagine in movimento parametri simili a quelli che s'impongono alle immagini statiche, ma con un'intuizione in più, quella della “rivelazione” della realtà nascosta. Ma i filmati digitali contengono anche una propria “grammatica” tecnica che ne distingue i difetti e le approssimazioni di sequenza, soggette all'ottimizzazione di calcolo che nel tempo ha consentito ai micropocessori di gestire sequenze d'immagini. Delter è l'ultima fatica di Victor Liu See-le, già autore di alcune opere di net art, focalizzate sui videogame.

Consiste in un applet Java che analizza uno stream Mpeg e ne rende i soli dati di movimento con un'interfaccia semplice per enfatizzarli. Nel filmato risultante dall'elaborazione gli oggetti sono cancellati e in questo modo la struttura degli inter-frame dello schema di compressione Mpeg viene resa esplicita, lasciando visibili solo le tracce del movimento. Ispirazione di questo lavoro è stata la ricerca di un matematico italiano, Emanuele Caglioti dell'Università della Sapienza di Roma, che analizzando le tecniche di compressione sui file ha potuto notare, insieme ai suoi collaboratori, come esse rivelino con ottima approssimazione l'autore del documento e la famiglia a cui appartiene il linguaggio utilizzato.

Così la dimensione di un file testuale dà delle indicazioni attendibili sul suo contenuto e allo stesso modo la dimensione di un file Mpeg dà la dimensione di quanta variazione, ossia di quanto movimento vi è all'interno e quindi quanto i nostri occhi si muoveranno per guardarlo. Il progetto RND# (ossia Random Number), invece, consiste in brevi cortometraggi che esplorano la nostra relazione e bizzarra dipendenza dalle tecnologia e come esse possano semplificare o tendere, al contrario, a smantellare la nostra vita.

L'opera curata da Richard Fenwick e Marcus Gosling comprende già sei filmati, numerati in maniera casuale, in vista dell'obiettivo finale che consiste nell'accumularne esattamente cento. Lo stile e i temi variano dal passaggio graduale ed enigmatico di un mondo naturalistico e chiassoso ad uno artificiale e silenzioso di 24: Artificial Worlds, all'alternarsi di persone impacciate che utilizzano fotocamere con alternate le pagine Web d'istruzione delle stesse in User Guide, fino alla bella sovrapposizione territorio/strutture di trasmissione dati di 06 Underworld e il filosofico dialogo sulla struttura di Internet illustrato da fasci di luce e rappresentazioni lineari di nodi d'interconnessione di 91: 51st State.

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