Demo Art by Parsec
Materiale
obsoleto. In ricordo dei tempi che sono stati. Troppo importanti per poter essere
rimossi. Macno, o
quel che ne resta. Aprile 1999. |
Tu sai usare i computer.
Conosci Office, smanetti con schede 3d, usi Webcelerator.
Con il computer fai tante cose.Tu sai
cos'è un demo?
Intendi una preview di un programma?
No.
Intendo un demo.
Produzione informatica di codice, grafica musica, espressione di un gruppo di artistoidi
da computer. |
DEMO ART
Cazzo è!?
Grafica fatta col software dedicato?
Musica composta col computer?
Programmazione pura?
Hai mai visto un Demo?
Un video-clip interamente creato con un computer, che viene
calcolato e visualizzato in tempo reale. Mentre viene eseguito, il computer fa tutti i calcoli
necessari per:
eseguire algoritmi che spostano pixel sullo schermo,
suonare la colonna sonora,
visualizzare immagini o animazioni digitali precedentemente realizzate.
Non è una semplice animazione di computer graphic, come quelle ormai
comuni in spot e tv, con immagini precalcolate, musica aggiunta in post-produzione e
mirabilie da Silicon Graphics.
Il demo è un programma.
Invece di fare il word processor o lo spreadsheet, invece di essere un gioco o una
enciclopedia multimediale, il demo fa spettacolo, mostra se
stesso.
Una dimostrazione audio visuale delle capacità di un computer,
programmata direttamente in Assembler, che sfrutta veramente a fondo le capacità
della macchina.
Un demo è il frutto del lavoro di gruppi di grafici, musicisti, programmatori, che
collaborano ad un unica opera d'arte, realizzata senza scopo di
lucro, liberamente accessibile, copiabile e distribuibile. |
Il demo è la forma più compiuta,
piena ed avanzata
di opera d'arte realizzata con un computer.
Integra in una unica produzione: Effetti grafici ottenuti
direttamente da algoritmi matematici, che prendono punti sullo schermo, li colorano, li
spostano, calcolando e visualizzando ogni volta le nuove posizioni, che creano e comandano
solidi rotanti, maree di colori sullo schermo, spostamenti di scritte, mondi 3d
multicolori e surreali.
Una colonna sonora, composta con un tracker, software particolare per la
composizione musicale, e suonata dal computer stesso, con i suoi dispositivi audio.
Immagini realizzate pixel per pixel con un programma di disegno, oppure
calcolate in ray tracing o elaborate con software di fotoritocco.
Immagina una sequenza di effetti di codice, di immagini, di
orgasmo informatico che balla ai ritmi della musica che il computer stesso suona, mentre
mostra testi e concetti pensati e realizzati da un gruppo di persone. |
Il demo...
Realizzato interamente al computer
Duplicabile e fruibile gratuitamente
Frutto dell'ingegno di più persone
Arte non comune
La Scena Demo
Il mondo che sta dietro a chi produce Demo è molto più complesso ed articolato di
quanto si possa immaginare. Ragazzi di tutto il mondo si riuniscono in gruppi dai nomi
fantasiosi, si chiamano con curiosi nomi di battaglia e fanno demo con titoli altisonanti.
Ci sono i coder, che programmano rigorosamente in assembler
il demo.
I musicisti che ne compongono la colonna sonora in formato .mod
o simile.
I grafici, che disegnano con maniacale cura immagini
bellissime.
Gli swapper che diffondono e si scambiano i demo del proprio
gruppo.
Gli editor, che scrivono articoli sulla scena ed altro nelle
riviste su dischetto.
Sysop e trader, che, sopratutto
prima del boom di Internet, garantivano la diffusione via modem delle produzioni della
scena.
Fino a pochi anni fa la scena più rigogliosa ed innovativa lavorava su piattaforma Amiga,
un computer che ai suoi tempi incarnava meglio di tutti l'anima della macchina
multimediale (molto prima che ne fosse esploso il boom).
Dopotutto dieci anni prima di Windows 95, Amiga faceva multi-tasking con
512Kb di memoria e un Motorola 68000. Senza rallentare mentre formattava un dischetto,
suonava una musica e stampava un file.
Sullo stesso Commodore 64, il primo computer usato per creare Demo, esiste
tuttora una scena demo che continua a sfornare produzioni incredibili rispetto alle
presunte capacità della macchina.
Al momento la scena su PC sembra la più promettente. Sostenuta da un hardware
dalle capacità superiori ed alimentata da ex-membri della scena Amiga, la scena PC sta
sfornando Art-Demo di ottimo livello.
La sottocultura che riunisce scener (membri della scena
demo) di tutto il mondo, pur essendo non strutturata, non regolamenteta ed idealmente
anarchica, ha proprie leggi non scritte ma generalmente accettate (copiare
il lavoro altrui e spacciarlo per proprio, per esempio, è considerato estremamente
immorale), ha propri mezzi di comunicazione e informazione (riviste
su disco, lettere fra swapper, newsletter e adesso pagine web, canali irc, newsgroups
etc.), propri idoli e VIS (Very Important Scener) noti
e apprezzati per il loro lavoro in vari demo.
Gli scener, apparentemente semplici smanettoni da computer, usano incontrarsi di
persona e riunirsi da ogni nazione d'Europa nei Demo Party,
manifestazioni che durano circa 3 giorni dove si porta il proprio computer, si conoscono
di persona scener con cui si è stati in contatto epistolare, si partecipa a competizioni
(con discreti premi) sui demo, le musiche, le immagini più belle presentate al party.
Anche qualche anno fa, ben prima del boom di Internet, non era raro trovare fra scener
sedicenni programmatori, grafici, musicisti provetti (la scena demo è sempre stato un
campo di allenamento per futuri game-designers), abituati ad avere contatti via posta con
colleghi europei e mondiali, pronti a fare centinaia di chilometri per partecipare a demo
party, ovviamente avvezzi all'uso della lingua inglese e inevitabilmente portati a
familiarizzare con persone di altre culture e mentalità.
Il confronto di questi "computer nerd", con il branco di coetanei nutriti
di televisione e sport di massa credo possa essere indicativo di cosa sia la scena demo e
i suoi membri.
Riuscire a spiegare in poche righe il mondo che sta dietro alla Demo Art è
praticamente impossibile, ci sono innumerevoli caratteristiche di questa sottocultura di
estremo interesse e peculiarità che è difficile raccontare in un testo scritto.
Il futuro?
C'è chi sogna una scena multi-piattaforma basata su Java, c'è chi ha già iniziato a
ricreare effetti tipici di un demo con il linguaggio più alla moda del momento.
Siamo agli inizi, la lentezza di Java rispetto all'Assembler fa rabbrividire molti coder
(oltre che rappresentare una ulteriore sfida), la folle corsa del mondo informatico verso
il potenziamento dell'hardware piuttosto che l'ottimizzazione del software li aiuterà
realizzare su un Pentium Pro quello che 5 anni fa facevano su un Amiga 500.
Eppure l'idea di una scena trans-piattaforma è suggestiva ed auspicabile, viste le vere e
proprie guerre di religioni che ci sono sempre state fra scene demo su hardware
differenti.
Si parla anche di scena su Playstation o altre console, dopotutto gli stessi giochi di
queste macchine possono essere considerate forme d'arte e le loro seguenze introduttive
spesso riprendono ed ampliano (viste le notevoli capacità dell'hardware) effetti tipici
di demo del passato. Il problema, al solito, è il tempo richiesto per capire a fondo la
macchina e sfruttarne al meglio le potenzialità. |
Per approfondire e divagare sul tema:
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