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"L'ETiCA HACKER" Di PEKKA HiMANEN by [Bubbo] ONDAQUADRA ~ SHUTD0WN
Ho letto da poco il libro "L'etica hacker e lo spirito dell'età dell'informazione" di Pekka Himanen.
Premetto che il libro è stata una vera sorpresa, mi aspettavo che fosse la solita merda fatta da scrittori NON-hacker che credono di sapere tutto sull'argomento.
Quella proposta dal libro è invece un'attenta analisi dello stile di vita degli hacker contrapposto a quello della restante popolazione mondiale.
Leggendo il libro si capisce che gli hacker in quanto tali vivono più felici delle altre persone, ed è ciò che vorrei dimostrare io nel mio articolo.

Beh, come ovvio, è il caso di partire dalla prefazione, scritta addirittura da Linus Trovalds. Non c'è che dire, le poche pagine scritte da Linus sono un capolavoro. Personalmente mi ci sono ritrovato un casino nelle sue parole, ha espresso davvero ciò che contraddistingue gli hacker e ha sintetizzato il tutto nella "Legge di Linus". Questa legge dice che un uomo è spinto a fare qualcosa da 3 motivazioni (in ordine puramente casuale): sopravvivenza, vita sociale e intrattenimento.
Un essere umano normale metterebbe al primo posto la sopravvivenza (si deve pur vivere), poi la vita sociale (coniuge, figli, lavoro, amici) e per ultimo l'intrattenimento. Ovviamente per intrattenimento non si intende la playstation ma le vere e proprie PASSIONI, quali potrebbero essere gli scacchi, cioè qualcosa di assai interessante e che serve a combattere la noia. Un'altro appunto che va fatto è che alcune persone sarebbero disposte a morire per la propria famiglia, in questo caso la vita sociale è più importante della sopravvivenza. Alle tre motivazioni precedentemente esposte va aggiunto il denaro, che può comprare la sopravvivenza, qualche volta anche la vita sociale, ma MAI l'intrattenimento.
Tutto questo discorso è diametralmente opposto per un hacker. Per un hacker la sopravvivenza non conta moltissimo perchè può sopravvivere anche facendo ciò che gli piace (pensate ai coder e ai sysadmin che hanno un carriera hackeristica nel loro passato). Per quanto riguarda le vita sociale, va detto che non è molto differente da quella delle persone normali se non per il fatto che un hacker usa il pc per comunicare con i suoi amici di rete e che i suoi amici sono principalmente virtuali, pensate ai vostri irc-friend.
Il vero e unico scopo massimo nella vita di un hacker è quello di DIVERTIRSI. Pensate all'ultimo programma che avete scritto, all'ultimo sistema che avete bucato o a qualcosa del genere. Perchè l'avete fatto? Semplicemente per divertirvi e questa è una cosa eccezionale. Linux è nato per divertimento, Napster è nato per divertimento, addirittura Internet non sarebbe nato senza il divertimento!
Qui finisce il prologo di Linus Trovalds che passa il testimone a Pekka Himanen.

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L'ottimo lavoro svolto da Himanen è consistito soprattutto nel confronto tra l'etica hacker e l'etica protestante, presentata da un certo Max Weber nel suo libro "L'etica protestante e lo spirito del capitalismo". Comincerei a fare una tabella che riassume i principi fondamentali di queste due diverse correnti di pensiero:

                               
   ___________________________ ___________________________________       
N°| Etica protestante         | Etica hacker                      |      
--|---------------------------|-----------------------------------|      
 1| denaro                    | passione------- Etica del lavoro |      
 2| lavoro                    | libertà--------/¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ |      
 3| ottimizzazione            | valore sociale- Etica del denaro |      
 4| flessibilità              | apertura-------/¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ |      
 5| stabilità                 | attività------- Etica del network|      
 6| determinazione            | responsabilità-/¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯|      
 7| misurabilità dei risultati| CREATIVITÀ                        |      
   ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯       
Il netto contrasto tra i due stili di pensiero e di vita mi sembrano più che evidenti. Vengono trattati tutti questi punti di confronto nel libro, ma non è il caso di riassumere tutto in poche righe rischiando così di compromettere l'integrità del testo originale. Salterò pertanto i primi 6 capitoli del libro e mi limiterò a parlarvi del settimo ed ultimo capitolo, quello che in un certo senso "tira le somme". Vedrò di fare riferimento il più possibile a ciò che nei primi sei capitoli mi ha colpito (ricordate che il mio articolo non mira assolutamente all'oggettività, anzi, come dice Morpheus quando Neo gli chiede se è morto: "Tutto l'opposto.")

- PASSIONE
La passione è ciò che Trovalds ha chiamato "intrattenimento". Una passione non è altro che qualcosa che diverte l'hacker mentre la sta mettendo in pratica. Quando un hacker fa qualcosa che l'ho diverte è perchè lo ritiene interessante e degno di tutto il suo impegno.

- LIBERTÀ
Chi lavora sa cosa significa avere scadenze da rispettare, orari rigidi ai quali attenersi, ecc. ecc. Pensate a una giornata lavorativa: questo è ciò a cui ci ha portato l'etica protestante. Un hacker vive invece in modo del tutto diverso, non ha tempi da rispettare, sceglie gli orari che preferisce e non ha nessun superiore a cui deve sottostare. Questo significa "libertà", non significa avere i soldi per fare tutto ciò che si vuole.

- VALORE SOCIALE
Molti di voi forse fanno parte di una crew. Una delle cose che rendono fantastico l'essere hacker sono proprio le crew, possono essere grandi, piccole, famose, ignote, riservate a certe persone, libere, ecc. ecc. ma hanno davvero la capacità di farci sentire uniti, come una comunità. Questo discorso può essere esteso anche ai canali irc o ai ng che frequentiamo, tanto il concetto è lo stesso. Il punto è che ciò che ci spinge ad avviare un progetto di qualsiasi tipo con alcuni amici della nostra crew è il valore sociale di qual progetto. All'interno di una mini-società come un crew il vero collante della stessa sono proprio i pregetti che si fanno con gli amici. Sentirsi accettato ed essere riconosciuto membro di un gruppo è davvero molto interessante per un hacker.

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- APERTURA
Apertura o condivisione sono termini che sentiamo spesso. Pensiamo a espressioni tipo: "open source", "file sharing", ... Secondo voi perchè è stato scelto proprio l'aggettivo _aperto_ per indicare i codici sorgenti liberi e disponibili a tutti? Quante volte il lavoro di un hacker viene fatto per il bene della comunità e non per sè stesso? Come sarebbe ora Internet senza il lavoro _gratuito_ degli hacker? Riagganciando a questo concetto quello precedente riguardante le crew: vi è mai capitato di fare qualcosa insieme ai vostri compagni di crew? L'avete fatto per il vostro bene o per quello della crew?

- ATTIVITÀ
Attività è l'esatto contrario di passività. L'hacker non è mai un utente passivo di Internet e della tecnologia in generale. Cerca sempre di migliorare ciò che usa. Tutto l'opposto succede a scuola, dove l'hacker cerca di distruggere l'ambiente in cui è costretto, ma questo è un altro discorso.

- RESPONSABILITÀ
Sembra strano ma gli hacker sono pure altruisti. Per un hacker responsabilità significa occuparsi degli altri. Provo a farvi un esempio basato sulla mia esperienza. Io sono un newbies e mi capita spesso di essere aiutato da hacker incontrati su irc e penso che capiti pure a voi. Cosa può essere che spinge un hacker ad aiutare qualcun altro? Semplice, la ferma convinzione di un hacker che sia necessario aiutare il prossimo e la responsabilità di tutti gli utenti della Rete di renderla migliore.

- CREATIVITÀ
Sappiate che se siete hacker e rispettate tutti i 6 precedenti principi siete davvero dei grandi ma se rispettate anche l'ultimo principio, la creatività, allora siete molto vicini a Dio. Cacchio, cos'è la creatività lo sappiamo tutti, ma che cos'è applicata all'hacking? È l'usare il pc in modo "diverso" dal solito, è il voler sapere come le cose funzionano, è il saper creare qualcosa di veramente bello, anche dal punto di vista artistico. Lo dicono tutti, ma pochi lo pensando davvero: l'hacking è un'arte e come tale richiede creatività.

Bene, questo è quanto. Il libro ovviamente dice altro, infatti vi invito a comprare il libro, farvelo prestare, cercarlo in biblioteca, chiedermi se ve lo regalo, ecc. Anche se il libro non vi piacerà perchè è noioso o perchè ha la copertina rossa e a voi il rosso non piace vi assicuro che non avrete perso nè tempo nè denaro, perchè (secondo me) è costruttivo conoscere un punto di vista che cerca di essere oggettivo come quello di Pekka Himanen.

Vi do un altro po' di spunti di riflessione interessanti che il libro propone:

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1) Monastero vs Accademia
Un paragone interessante è quello tra i monasteri e le università, che sono istituzioni assai diverse, la prima è più vicina all'etica protestante, mentre la seconda è più vicina all'etica hacker. All'interno del monastero infatti vanno seguite regole assai precise, limiti di spazio e di tempo soffocanti e qualsiasi attività ricreativa è vietata. Nel mondo accademico invece troviamo una situazione di condivisione delle conoscenze come nel mondo hacker. Anche nel mondo hacker succede qualcosa di simile. Quando uno trova un bug nel kernel di Linux rende pubblica la sua scoperta o se ne sbatte di tutto e di tutti? Ah, in mezzo a tutto sto bel discorso il nostro Himanen ci infila questa citazione di Platone: "l'individuo libero non deve essere forzato, come uno schiavo, ad apprendere disciplina alcuna". Io vi consiglio di sbatterla in faccia alla vostra profe di Storia la prossima volta che vi interroga e non avete studiato.

2) Venerdì vs Domenica
In quest'altro paragone si contrappongono il Venerdì che è un giorno lavorativo alla Domenica che è un giorno festivo. Questa divisione non è per niente netta, anzi, stiamo andando incontro a una venerdizzazione della Domenica, cioè il tempo libero viene anch'esso ottimizzato come il lavoro. Se si fa una gita con la propria famiglia il tempo a disposizione viene accuratamente organizzato. Questa mentalità invece è opposta per un hacker.

3) Gli hacker non sono necessariamente comunisti
Il libro sfata pure il mito degli hacker necessariamente di sinistra. Infatti è un controsenso, il comunismo implica un modello di autorità centralizzata, un'economia statalista. Tutto ciò è estraneo a molti hacker.

4) Io sono un hacker di culinaria
Mica nel senso che mi piace stare col culo per aria, semplicemente si può essere hacker anche in campi totalmente estranei all'informatica. Sinceramente non condivido molto quest'ultima affermazione ma mi sembrava sbagliato non riportarla.

Adesso ho davvero finito. Mi sono accorto, rileggendolo, che il mio articolo è un gran rottura di coglioni. Mi dispiace davvero, ma è il mio primo articolo.
Ringrazio tutti quelli che mi conoscono, così non devo perdere troppo tempo a pensare chi voglio salutare.
Per eventuali feedback, contattatemi tramite brevi messaggi via MemoServ di Azzurranet. Si fa così:
- connettersi con un client irc al server irc.azzurra.it
- una volta connessi si digiti: /msg MemoServ SEND bubbo
- se volete potete scrivermi anche il vostro indirizzo email nel messaggio, mi fareste un favore

Alla prossima!


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