"
La
concezione della terra come madre delle cose e fonte continua del rinnovamento
della vita e quella dei semina rerum sono tra loro strettamente connesse, sia in
Bruno sia in Lucrezio. Non si può, infatti, isolare il motivo dei semina
dall'idea di quelle capacità generative che i due pensatori attribuiscono alla
fecondità della terra che rinnova continuamente la vita. Certo non è possibile
escludere a questo proposito, anche se in modo più limitativo, altre probabili
fonti dalle quali Bruno poteva attingere la concezione della terra come un
grande animale, immagine questa che rinviava anche al concetto di anima mundi,
richiamando quella tradizione platonica e neoplatonica che soprattutto
attraverso le pagine di Marsilio Ficino si era comunicata a tutto il
Rinascimento".
2
Premetto che Giordano Bruno è visto in queste mie note come figura
rappresentativa della Tradizione Ermetica. Le conquiste informatiche, infatti,
travalicano la specificità del pur eccelso Pensatore nolano e si vanno
affermando come una vera e propria implementazione tecnologica di quel pensiero
Tradizionale trascurato dai comuni percorsi didattici, reietto in un ambito di
magia ed esoterismo volgarmente inteso o catalogato tra le forme cliniche di
aberrazione mentale .
Di quel pensiero, cioè, che postula l'Unità del Tutto e
il potere creativo della parola, la cui origine, pur se attribuita
leggendariamente al dio egiziano Toth, si sfuma nella notte dei tempi, ben oltre
la civiltà Faraonica e forse anche oltre quella Parsi-Mazdeista.
Un pensiero
che non trascura di informare trasversalmente ogni grande cultura monoteista e
le cui tracce sono ravvisabili perfino nelle forme primitive di aggregazione
spirituale, nell'animismo panteista come nel politeismo pagano. Pensiero che
riconduce l'uomo alla consapevolezza armonica e organica attraverso il concetto
di individuo, evento individuabile e indivisibile dall'insieme in cui si trova a
esistere, e a questo omogeneo.
Ciò premesso, voglio anche chiarire che il mio
atteggiamento di ricerca si indirizza alle connessioni ad ampio spettro, fuori
di ogni ambito specialistico ed esegetico. Per allegoria, posso vedermi come un
rapace della conoscenza, cogliendo dei terreni che sorvolo solo le anomalie di
movimento. Più precisamente quelle "anomalie" che stimolano un movimento
interiore e che sono suscettibili di svelarsi come segmenti mancanti, al filo
logico di un mondo ragionevolmente comprensibile.
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Computer come Golem.
Lo spirito si fa materia, lo spagirismo tecnologia.
Il mito ebraico del servitore umanoide creato nella "creta" e agito dalla
volontà dell'operatore cabalistico per mezzo della parola e del numero. Anche
"homunculus" dell'Alchimia, specchio della macchina-uomo in cui si riflettono e
verificano i meccanismi della mente e al contempo immagine di correttezza
indefettibile, aliena da passioni brutali quanto da voli dello spirito, da
libero arbitrio quanto da errore. Corpo senza volontà, potenza senza atto
proprio. Servitore senza che debba sopravvivere la categoria della servitù
umana,
server; nuova interfaccia fra la creatività e la materia.
Doppiamente digitale, perché agito per mezzo di numeri ma anche perché porta
ogni disciplina artistica verso l'immaterialità della Musica, rendendola
accessibile "in punta di dita".
Ci siamo riusciti, questa è davvero l'era in
cui le utopie più credute tali trovano luogo di manifestazione: la grandezza
teoretica della prospettiva sferica grazie anche alla "piccola" utilità del
Golem-homunculus-robot, la rinascita del e nel mito di Gaia grazie anche alle
reti telematiche mondiali.
Magia Nominale e Programmazione.
"
Nomina sunt essentia rerum".
Chi ha nozioni di
Object Oriented Programming coglie immediatamente
l'attualità di questo messaggio dei Magi. Purtroppo un'educazione settoriale e
specialistica fa sì che chi apprende a coltivare cristalli di silicio altamente
specializzati, a progettare CPU, circuiti e linguaggi, sia spesso del tutto
all'oscuro della cultura umanistica e religiosa che da millenni postula sulla
"intelligenza" dei cristalli. D'altro canto, chi coltiva amore per le antiche
tradizioni si dimostra il più delle volte refrattario anche solo a investigare
gli aspetti filosofici delle conquiste tecnologiche.
I nomi sono l'essenza
delle cose, dicevo; e tautologicamente le cose od oggetti compongono il mondo
reale.
Programmare Orientati agli Oggetti significa produrre oggetti
congruenti fra loro, in grado di interagire efficacemente nel comporre un mondo
software (programma) in grado di "girare" (eseguire) senza intoppi.
Il
discorso potrebbe/dovrebbe farsi ampio a questo punto, introducendo il concetto
di sistema operativo (che umanisticamente parlando avvicinerei a quello di
Morale), ma la sede di queste brevi note non ce lo consente.
Quello che trovo
è lo spazio per mettere in luce il fatto che la prima condizione indispensabile
perché un oggetto
software venga a esistere è che gli venga assegnato un
nome, vale a dire un identificativo unico e inconfondibile nel suo ambito
di esistenza (
scope). Dal momento in cui di un oggetto viene dichiarato
il
tipo e il
nome, quell'oggetto prende a esistere, gli potranno
quindi venire assegnati
proprietà e
metodi e si potrà usarlo in
funzioni operative appropriate e congruenti con questi.
Né si deve pensare
che tutto ciò inferisca il mero mondo
software. All'estremità opposta del
procedimento che parte come "nominale", possiamo benissimo trovare un oggetto
materiale altamente complesso e rifinito. Una dimostrazione
filosofico-scientifico-tecnologica di come gli oggetti materiali possano essere
"ombra delle idee", si direbbe.
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Concetto di semen, minimo, atomo e programmazione.
"
Il
cogliere le minime parti che compongono l'universo è per Bruno uno dei compiti
fondamentali, anche se tra i più ardui, del suo sistema filosofico. Insieme al
concetto di minimo e di atomo, quello di seme rappresenta uno dei punti nei
quali le teorie di Lucrezio sono sicuramente tenute ben presenti da
Bruno".
3"
La magia rappresenta dunque un capitolo particolare
della filosofia bruniana della natura, poiché in questo contesto l'azione magica
non è che il momento estremo di un particolare procedere su di essa, reso
possibile dalla concezione dell'universo come un tutto gerarchicamente
organizzato e ovunque pervaso dall'anima del mondo, su cui è costruita l'intera
filosofia bruniana".
4
E così si procede infatti nella costruzione di quel mondo, un vero e
proprio microcosmo, che chiamiamo
programma software. Abbiamo già detto
che a un oggetto nominato si possono assegnare
proprietà e
metodi.
Queste proprietà e metodi sono anch'essi degli
oggetti che a loro volta
saranno stati portati all'esistenza con un nome e una
dichiarazione. Gli
oggetti sono raggruppati in - ma più propriamente diremmo che sono - istanze di
-
classi. Non scenderò in ulteriori dettagli non trattandosi di un
manuale di programmazione, basta forse al nostro scopo sapere che una classe è
un "
semen" da cui si possono istanziare illimitate copie della classe
stessa adattandole via via a compiti sempre più specializzati.
E ognuno di
questi "
semen" è in sé un insieme congruo di "atomi" o "minimi", le
variabili e i
metodi.
Come il mondo ipotizzato dal Bruno e
dalla sua Tradizione, anche il mondo virtuale dell'informatica si compone di
potenzialmente infiniti elementi semplici, classificati in
tipi di dati
accuratamente e gerarchicamente (concetto di
eredità) dichiarati e
definiti (
implementati).
Sono particolarmente interessanti le qualità
di
congruenza e di
consistenza richieste perché a una assegnazione
di nome corrisponda la creazione di un'entità. Il creatore di mondi software
deve ottemperare alle specifiche del linguaggio di cui si serve.
Mnemotecnica e algoritmi"...organizzare la memoria per definizione
di ambiti e successivamente per "emblemi", immagini sensibili ed efficaci che
colpiscano l'attenzione".5
Quello che è "attenzione" nella mente umana si chiama
controllo in
programmazione, gli ambiti sono gli
scope, cioè gli ambiti di esistenza
di
metodi,
variabili e
funzioni, i nomi gli emblemi in
grado di "colpire" l'attenzione del controllo. Il
program flow, cioè lo
scorrere del controllo da una istruzione all'altra è regolato da
algoritmi, vere e proprie logiche di connessione formate dal creatore del
programma e in grado di obbedire in seguito alla volontà dell'utilizzatore
(
utente), purché questa si ponga come congruente agli scopi e alle
possibilità dell'algoritmo in uso.
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Spazializzazione della memoriaIl campo in cui è più evidente la
pertinenza del pensiero di Bruno alle possibilità informatiche o comunque quello
che ha innescato in me l'intuizione di queste corrispondenze è la mnemotecnica.
Proprio quegli "esperimenti in ispirito" gli esercizi, le visualizzazioni della
memoria come uno spazio fisico organizzato, hanno costituito la classe astratta
di pensiero che permette oggi di organizzare immense moli di dati nello spazio
fisico di un cristallo, di una gelatina magnetica, di un insieme di microprismi
laser. La "cassettiera che contiene i ricordi" come un catalogo di biblioteca,
assomigliava troppo all'albero delle directory del mio file
manager per non far scattare un meccanismo associativo che si è rivelato poi
assai più ampio e congruente di una occasionale analogia.
Qual è
dunque il messaggio che lo stato dell'arte, in uscita dalla crisi post-dadaista,
restituisce alla Filosofia, in particolare alla filosofia della Scienza, della
Morale e del linguaggio?
Per quel che riguarda l'epistemologia, invita a
rivedere il rapporto "conoscente-conosciuto". In particolare, suggerisce di
superare il concetto di dialettica, quel "polemos" postulato in base a una non
approfondita osservazione della resistenza opposta dal conoscendo e a una errata
e antitetica assegnazione di valore al termine "individuo".
Alla metodologia
contrappositivo-dialettica, fondamentalmente manichea, va sostituito il metodo
giustapposizione-sinergia, enunciato se non vado errato da Buckminster Fuller,
più appropriato a una concezione del mondo bruniana-ermetica come quella che si
va affermando.
Nel campo della filosofia Morale, assistiamo a una riconferma
dei valori già noti di coerenza (congruità dei dati) e consistenza (omogeneità
tra essere e apparire). Una nuova applicazione del principio di identità e non
contraddizione, suffragata non più soltanto da una scelta etica in libero
arbitrio ma da precise leggi logico-matematiche, desumibili da una non più
mitica "legge di natura". Nel settore specifico del linguaggio compare un
imperativo verso la precisazione che già era stato intuito dall'illuminismo
enciclopedico. Il linguaggio come metonimia della comunicazione a livello di
trasferimento dati riconosce lo stabilire protocolli unitari e condivisi come
imprescindibile necessità tecnica. Offre così la straordinaria possibilità di
un'uscita dalla nemesi di Babele. Potrei essere nel vero affermando che il
concetto di protocollo di comunicazione, con le caratteristiche
plastico-dinamiche che gli enuncia l'Informatica, sia la prima vera tecnica
(intesa nel senso di sintesi teorico-pratica) offerta a questa civiltà per
liberare l'Armonia dal suo così frequente cadere nell'arma? Credo sia una
risposta assegnabile soltanto in base alla Buona Volontà con cui questa tecnica
sarà praticata anche fuori dello specifico informatico.
E' evidente che si
prospetta forse la più grande rivoluzione di pensiero nella storia della
Filosofia occidentale e si svelano le possibilità di una "fusione" con gli
assunti di Quella orientale. Questa è davvero un'epoca di grandi trasformazioni,
e non dovrebbe stupire se, con lo svilupparsi della coscienza neorinascimentale,
ampie zone della storia del pensiero artistico-filosofico accreditato si
troveranno destituite di ogni fondamento sofico e dovranno venire collocate
nell'insieme dell'errare in libero arbitrio o della storia del
costume.
Si leverà in taluno il timore di un inaridimento delle sorgenti
ideali e delle aspirazioni della ricerca interiore, di fronte a questa
prospettata "toponomastica" del "non luogo". Certo qualcuno sentirà sorgere in
sé l'accusa di "utopicidio" rivolta alla tecnologia. A loro non posso che
rivolgere l'invito a meditare sulla "infinita perfezione" del mondo e a
confidare nell'incommensurabilità del Creatore.
Umberto
Sartory,1998
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Scritti 1 Un
ringraziamento particolare all'amico Massimo Burigana, dottore in Filosofia,
alla cui competenza e ricerca epistemologica devo alcuni degli
input più
rilevanti allo stabilire le connessioni e le ipotesi esposte. Parimenti
ringrazio l'artista programmatore Fabio Ciucci per i suoi corsi di
programmazione e le lunghe conversazioni e-mail.
Hanno anche contribuito alla
chiarificazione del mio pensiero in materia tutti i miei interlocutori nella
comunità telematica e nella vita quotidiana. A Lorenzo Spinazzi grazie per
avermi stimolato a dare forma scritta e respiro pubblico a quelle che altrimenti
sarebbero rimaste conversazioni tra amici o parole disperse.
2,
3 AMALIA
PERFETTI, "Fonti lucreziane in Bruno: la terra come 'madre delle cose' e la
teoria dei semina"; Presentazione. Sta in "Letture Bruniane" edizione HTML a
cura del L.I.E. - CNR
4
DELFINA GIOVANNOZZI, "Fides e credulitas: due termini chiave della scienza
magica in Cornelio Agrippa e GiordanoBruno"; Presentazione. Sta in "Letture
Bruniane" edizione HTML a cura del L.I.E. - CNR.
5
CARLO INFANTE, Teatri della Memoria; Presentazione del CDROM "Percorsi Cifrati",
Compagnia Solari-Vanzi - Impronte Digitali per C.A.R.L Centro Audiovisivo
Regione Lazio in collaborazione con Scenari dell'Immateriale - settembre 1995.