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NET.ART by Snafu
24/03/2001

La genesi

Quando si ricostruisce la genesi della net.art non si sa mai se collocarla nel tempo storico-lineare o in una sorta di "altro quando", irriducibile al normale ciclo di vita di una forma artistica. Come in un film di Cronemberg, il termine "net.art" nasce infatti per una sorta di incidente, all'incrocio di gioco e realta', fortuna e necessita'.

La leggenda vuole che in un mattino di dicembre del 1995, l'artista sloveno Vuk Cosic scaricasse nella sua mailbox, un'e-mail speditagli via anonymous re-mailer. Mittente ignoto dunque, e corpo del messaggio ancora piu' oscuro, o quasi mostruoso: una lunga sbrodolata di caratteri ASCII completamente indecifrabile, se non fosse stato per quelle sei lettere divise da un punto.
Cosic riceveva dunque da una macchina, o da un pezzo di software non compatibile, una definizione per la pratica che stava sperimentando da tempo. Da sempre interessato al testo e al codice come elementi di costruzione visiva, l'artista sloveno condivideva, da almeno un paio d'anni, scherzi concettuali e manipolazioni di rete, con un network di persone che andava dalla Russia alla Germania, dall'Inghilterra all'Australia, agli Stati Uniti.
Come spesso accade per le primogeniture, nessuno si era preoccupato di trovare una definizione per la propria attivita'. Il minimo comun denominatore risiedeva in un approccio decisamente low-tech (di qui l'uso dei caratteri Ascii come elementi visivi), in uno spirito di condivisione non lontano dall'etica hacker delle origini e in una certa propensione al prank, allo scherzo e al detournament, tipica delle avanguardie radicali del Novecento.
Tuttavia il tempo di coniare una definizione era giunto. Musei e gallerie iniziavano a servirsi del web come grande indirizzario per promuovere artisti, allacciare contatti, o raggiungere direttamente i clienti attraverso l'e-commerce e le aste. Istituzioni artistiche che non esitavano a impiegare il nuovo termine, per veicolare concetti e oggetti del tutto estranei alla cultura della rete.

Era l'inizio del 1997

E così all'inizio del 1997, sulla mailing list di nettime si accese un intenso dibattito tra artisti, critici e appassionati che rappresentava una cartina di tornasole dello "stato dell'arte" agli arbori. La discussione ruotava intorno ai due termini net.art e art on the net: una diatriba apparentemente terminologica, ma che celava concezioni della rete diametralmente opposte. Da un lato la rete come nuovo mezzo di distribuzione delle informazioni, dall'altro come nuovo modello di relazione sociale.
Alla fine del dibattito la maggior parte degli intervenuti si espresse a favore del termine net.art. Per la sua sinteticita' ed eleganza, indubbiamente. Ma anche perché, anteponendo il suffisso "net", esaltava il carattere processuale e collaborativo di una pratica che sostituiva le opere con le operazioni, le rappresentazioni con la produzione di nuovi circuiti comunicativi e di senso.
La net.art come "arte di fare network" dunque e non solo come arte che veniva veicolata e diffusa attraverso Internet. Art on the net avrebbe definito invece la rete come strumento accessorio, mezzo di illustrazione e distribuzione di opere preesistenti e "prodotte altrove". Scansioni di quadri, fotografie, sculture e di tutti gli oggetti artistici tradizionali venivano così decisamente escluse.
La net.art dunque, funziona solo in rete e prende la rete o il "mito della rete" come tema. Ha spesso a che vedere con concetti strutturali: un gruppo o un individuo progetta un sistema che puo' essere espanso da altre persone. Non deve quindi stupire se un sistema operativo come Linux, aperto e modificabile da chiunque, abbia vinto il premio della categoria net.art ad Ars Electronica nel 1999. Linux non e' certo nato con uno scopo estetico, tuttavia il fatto che sia stato premiato proietta la net.art oltre i limiti dell'arte tradizionale, in un dominio molto piu' accessibile a tutti coloro che mettono le mani sulla tecnologia. Non solo artisti quindi, ma anche hackers, smanettoni e attivisti.

Anche il web gioca la sua parte

Tra le operazioni di net.art possono infatti essere incluse le sperimentazioni piu' diverse. Mailing list come 7-11, web ring di siti collegati tramite Refresh, browser alternativi a quelli standard, alcuni netstrike, il plagio di siti, il dirottamento dai motori di ricerca, l'uso creativo dei Moo, del CuSeeMe, dell'e-mail e dei mille protocolli e canali di comunicazione di cui e' fatta la rete.
Anche il Web, ovviamente, gioca la sua parte. Tuttavia, quando il sito si riduce a un ipertesto a basso tasso d'interazione, sara' piu' opportuno parlare di Web Art. Una pratica sicuramente piu' tradizionale, che si distingue dalla net.art perché puo' essere veicolata tramite altri supporti fisici (come il floppy, il cd-rom e il Dvd), e perché non comporta l'innesco di alcun contesto di scambio.
Perché questi concetti siano meno astratti, salperemo alla volta di un lungo viaggio nei meandri della rete. Interviste, segnalazioni di eventi, progetti e siti vecchi e nuovi, saranno uno stimolo alla comprensione di un fenomeno entusiasmante e, si spera, uno stimolo a prendervi parte in prima persona.


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