NET.ART: E' DAVVERO ARTE? by Valentina Tanni
Net.Art: è davvero arte? La domanda sorge spontanea (come direbbe Lubrano, difensore storico dei diritti dei consumatori gabbati): questa roba è arte? La questione di cosa sia arte e cosa no è vecchia , anzi decrepita, ma nonostante questo il ritornello martellante continua e si rafforza ogni volta che quella categoria di esseri umani che si fregiano del titolo di "artisti" comincia ad usare giocattoli nuovi. L'arte come etichetta applicabile ad una categoria precisa di oggetti , anche se molto comoda, non possiamo più utilizzarla con sicurezza e io credo che tutto sommato la soluzione più saggia sia semplicemente abbandonare la domanda. Perché è così importante sapere in quale scomparto del nostro cervello infilare una certa esperienza
sabato 3 giugno 2000 Sapere se un quadro, una scultura, un videotape, un sito web o una pernacchia sono ARTE è probabilmente rassicurante (io stessa una volta ho scambiato un estintore per una scultura contemporanea!), ma la perdita di questi punti di riferimento può essere stimolante; basta farci l'abitudine. D'altra parte ormai nei luoghi deputati dell'arte abbiamo visto entrare davvero di tutto, abbiamo visto le opere smaterializzarsi, trasformarsi in parole, azioni, pensieri. Per secoli l'esperienza estetica è stata una specie di zona di accesso preferenziale alla sfera del 'senso', ma ormai i suoi confini sono stati completamente ridefiniti. John Cage sosteneva che l'arte ha il compito di "renderci presente la nostra stessa vita", cioè renderci coscienti del nostro essere a tutti gli effetti DENTRO l'esperienza, lasciandone trasparire in qualche modo misterioso la necessità. Il veicolo di quest'operazione può dunque essere un'immagine, un suono, un odore, una qualunque esperienza sensoriale o intellettuale. Probabilmente ha ragione Goodman quando sostiene che la domanda giusta da fare non è "cosa è arte ", ma piuttosto "quando è arte". Infatti un oggetto o un azione possono diventare veicolo di espressione artistica e poi tornare nella sfera della comune esperienza e ciò che rende possibile questo slittamento è proprio la consapevolezza e l'interazione di un pubblico libero, interagente e partecipe. Dire che qualcosa è un'opera d'arte è sempre stato un atto critico, un giudizio di valore; oggi lo è più che mai, perché l'arte possiamo vederla ovunque e in nessun luogo. Quindi potete considerare i webprojects come arte, gioco, letteratura, design, videogame o semplicemente idiozia. Tana libera tutti.
Valentina Tanni
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