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CREATIVE COMMONS SOME RIGHTS RESERVED by Andrea Fantini

Il concetto di Commons trova radici nella storia anglosassone: è "common" ciò che non appartiene ad un individuo, ma alla collettività. Ogni membro della comunità ha diritti e responsabilità rispetto al bene comune.
Ad esempio, in un villaggio di pastori il prato adiacente al villaggio può essere considerato una proprietà comune di cui ogni membro può fare uso in misura proporzionale alle proprie necessità, senza speculare od accumulare le risorse messe a disposizione dall'intera comunità.
L'aria che respiriamo è una risorsa comune, un chiaro esempio di "common".
Garnett Hardin (Università della Colifornia, San Diego) nel 1968 mette in dubbio la reale utilità dei common con "the tragedy of the commons". In un ambiente ristretto, in cui le risorse sono scarse, la logica dei Commons produce la propria rovina ed il decesso di coloro che dipendono da essa per il proprio sostentamento. Gli individui sono portati ad utilizzare la risorsa comune in misura superiore a quanto spetterebbe loro, fino ad esaurirla.
The tragedy of the common appare realistica nella gestione comune di risorse materiali, fisiche, che tendono ad esaurisrsi, ma non riguarda le informazioni.

Nell'era dell'informazione, la replicazione e la condivisione della conoscenza non la esauriscono e non ledono la sua qualità. Molti economisti, tra i quali Negroponte in "Essere digitale" Carl Shapiro e Hal Varian in "Information Rules" e Enzo Rullani in "La fabbrica dell'immateriale" spiegano come l'informazione presenti una struttura di costi differente rispetto ai beni materiali: produrre l'informazione ha costi elevati, ma una volta prodotta i costi di replicazione e condivisione tendono a zero.
A differenza di quanto avviene per i beni materiali, per l'informazione e tutti i beni immateriali non vi è un limite fisiologico allo sfruttamento e alla diffusione, quindi le informazioni non sono soggette alla Tragedy of the Commons.


Negli Stati Uniti, prima del 1976 le opere creative non erano protette da copyright, a meno che gli autori non ne facessero esplicita richiesta, quindi le opere non protette risultavano di pubblico dominio. In seguito a modifiche legislative, introdotte tra il 1976 e 1988, le opere creative sono automaticamente tutelate da copyright. Oggi ogni opera creativa è protetta dalla nascita da copyright e l'autore che desidera non esercitare le restrizioni consentite dalla legge deve dichiarare e comunicare la propria intenzione a rendere di pubblico dominio la propria opera.
L'assunto della legge americana è che la maggioranza degli autori voglia proteggere la propria opera creativa, ma nell'era di internet, della facile pubblicazione e distribuzione, questo assunto può apparire discutibile.


La Creative Commons è un organismo no profit americano nato con lo scopo  di promuovere e incrementare la condivisone e l'utilizzo da parte di terzi di opere creative nel pieno rispetto delle leggi esistenti.
Il progetto Creative Commons (CC) è nato allo scopo di offrire una protezione più flessibile alle opere di ingegno tutelate dal diritto d'autore e contemporaneamente di favorire la diffusione di contenuti creativi attraverso strumenti di facile e libero utilizzo. Le "CC" sono pensate per differenti discipline intellettuali quali la musica, la cinematografia, la fotografia, la letteratura e la produzione generica di testi o di altri contenuti creativi.
Il sito web Creative Commons permette a chi detiene diritti di copyright di liberare le proprie opere creative di alcuni di questi diritti permettendo ad altri di utilizzarle in parte o pienamente attraverso vari tipi di schemi di licenze.
L'intenzione è quella di evitare i problemi che derivano  delle consuete leggi di copyright  che frenano la diffusione e la condivisione delle informazioni.
Creative Commons è stato creato ufficialmente nel 2001 negli Stati Uniti da Lawrence Lessing che pubblicò il set iniziale di licenze Creative Commons il 16 dicembre 2002.
All'avvio del progetto le licenze sono state pensate per la legislazione americana, successivamente è stato avviato il progetto iCommons (International Commons) con lo scopo di adattare le licenze CC alle  legislazioni delle varie nazioni.
Offrire il proprio lavoro sotto una Creative Commons licence non significa cedere il proprio copyright, ma offrire alcuni diritti a condizioni ben definite che liberano in parte i diritti che proteggono le opere creative, permettendone una migliore distribuzione e diffusione senza togliere la paternità o altri diritti a coloro che le hanno create.

Le licenze si basano su quattro definizioni chiave:

Attribution- (by): è permesso copiare e distribuire l'opera  ed i lavori derivanti da questa con l'obbligo di citarne l'autore originale;

Esempio: Anna pubblica una sua fotografia con la licenza Attribution, perché vuole che chiunque la usi nel mondo  le riconosca i suoi crediti, la paternità della foto. Mario trova la foto di Anna online ed è intenzionato ad usarla come sfondo dell' home page del suo sito. Mario pubblica nel suo sito la foto di Anna ed indica chiaramente che l'autore della foto è Anna.

Non Commercial- (nc): è permesso copiare e distribuire l'opera ed i lavori derivanti da questa solo per scopi di natura non commerciale;


Esempio: Luca pubblica una sua fotografia con una licenza Noncommercial. Camilla incorpora una parte della foto di Luca in un poster con altre immagini. Camilla non è autorizzata a vendere il poster senza l'autorizzazione di Luca.


No Derivative Works- (nd):  è permesso copiare e distribuire soltanto copie identiche dell'opera, non sono ammessi lavori che derivano dall'opera o basati su di essi;


Esempio: Sara decide di pubblicare le sue canzoni attraverso una licenza No Derivative Work. Marco vuole  mixare parte della canzone di Sara con un suo pezzo per creare una nuova canzone. Marco non può utilizzare la canzone di Sara senza il suo permesso.

Share Alike- (sa): è permesso distribuire lavori derivanti dall'opera solo se distribuiti con licenza identica a quella concessa con l'opera originale.


Esempio: la foto di Luca è disponibile online secondo i termini delle licenze Noncommercial e Share Alike. Camilla vuole utilizzare la foto di Luca in una sua opera d'arte e le due licenze che coprono la foto le impongono di diffondere il suo lavoro con gli stessi termini a cui Luca le aveva concesso la foto.  

Per altri esempi andare al sito creativecommons.org o a questo link: http://creativecommons.org/about/licenses/examples

Queste quattro definizioni possono essere combinate tra loro per costituire licenze composte, ad esempio"CC by-sa” (Creative Commons attribution - Share Alike).

 È inoltre possibile rendere la propria opera creativa di pubblico dominio, cioè non coperta da copyright, ma appartenente alla comunità. Le opere di pubblico dominio possono essere utilizzate, modificate e distribuite da chiunque.

Per promuovere questo nuovo modo di pensare la condivisione e distribuzione della creatività, Creative Commons, in collaborazione con la rivista americana Wired, lo scorso settembre ha organizzato un concerto a New York seguito da un concorso: "The Fine Art of Sampling". L'iniziativa prevede che i partecipanti attingano alle canzoni di vari gruppi musicali (tra cui i Beastie Boys, David Bowie e i Public Enemy) presenti in un cd distribuito con la rivista lo scorso novembre. Lo scopo del concorso è di accrescere le possibilità di creare musica manipolando suoni già registrati da altri artisti ma senza sottrarre loro le dovute royalties, attraverso l'utilizzo di licenze Creative Commons.
Il concerto è stato organizzato anche per presentare le nuove licenze Creative Commons dedicate alle opere di ingegno musicale:

Sampling-(Campionamento): i brani musicali distribuiti sotto questa licenza non possono essere copiati e diffusi nella loro interezza, ma possono essere utilizzati per il campionamento, cioè parte di questi brani può essere utilizzata per creare una nuova opera musicale. Le opere derivate possono essere usate per fini commerciali a meno che non vengano utilizzate all'interno di  messaggi pubblicitari.

Sampling Plus: i brani distribuiti sotto questa licenza, oltre a poter essere utilizzati per la realizzazione di nuove  opere musicali,  possono essere utilizzati nella loro interezza per scopi non commerciali anche attraverso percorsi peer to peer.

Noncommercial Samling Plus: questa licenza, a differenza delle precedenti, pone un vincolo sul campionamento, che può essere realizzato solo per scopi non commerciali, cioè per realizzare opere derivate da distribuire gratuitamente.

Esempi di musicisti che hanno dichiarato "alcuni diritti riservati":

Il Progetto Opsound: Opsound è un insieme di canzoni realizzate grazie al contribuito di artisti provenienti da svariate parti del mondo. Chiunque può utilizzare e rimescolare a patto che le tracce risultanti vengano rilasciate al mondo sotto glil stessi termini di libertà.

Magnatune: è un'etichetta discografica che rilascia le musiche realizzate dagli artisti che rappresenta attraverso licenze Creative Commons.

CopyDOWN: è un sito italiano che promuove la libera circolazione della conoscenza in cui è possibile trovare una buona quantità di brani musicali sotto licenza creative commons e una serie di iniziative coraggiose che spingono alla condivisione della musica attraverso licenze cc.

Creative Commons CD: il primo cd realizzato dalla Creative Commons e rilasciato a febbraio 2003.

 Da segnalare la disponibilità di spazi web gratuiti per la pubblicazione del proprio lavoro sotto licenza Creative Commons. All'interno del sito creative commons.org, nella sezione puplish, ci sono le indicazioni e i suggerimenti specifici in relazione alla tipologia di opera creativa che interessa pubblicare: musica, video, testi.


Link:
www.creativecommons.org
Fumetto che spiega il funzionamento delle licenze

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