CYBERFAVOLA by Emilio Vede
Negli Archivi del
Futuro abbiamo rintracciato il libro di Emilio Vede La mia
vita al servizio del Grande Fratello, un interessante
documento storico utile a interpretare il nostro presente. Ne
proponiamo uno stralcio significativo...La scrittura di questa "cyberfavola"
inizia nel maggio del 1994, ad opera di Alessandro Marescotti,
allora portavoce della rete Peace-Link, in coincidenza con
l’Italian crackdown, la catena di sequestri che colpì
decine di BBS italiane a partire dall’11 maggio. Mentre la favola
era in fase di completamento lo scenario che descriveva appare
sempre più reale, e la favola elettronica diventa
"profezia": il 3 giugno 1994 la Guardia di Finanza fa
irruzione nella casa di Giovanni Pugliese, coordinatore e
responsabile della rete telematica PeaceLink, sequestrando il
computer centrale della rete...
Tratto da: Italian crackdown: Carlo Gubitosa
Quel modem così pericoloso ...
"... E venne il
giorno del Grande Fratello, anche se con dieci anni di ritardo
rispetto alle previsioni. Era il 1994. Intervennero le Guardie e
i computer furono spenti uno dopo l’altro. Il giocoso villaggio
globale divenne cupo e triste. Tutti pensavano: perché
fanno questo? Che ci succederà? Il ragazzo osservava
irrigidito le Guardie che avevano fatto irruzione in casa.
Rovistavano nei cassetti, in tutti gli angoli della casa e
finalmente trovarono il ‘modem’, un pericoloso apparecchio per la
comunicazione telematica delle idee non autorizzate dal Grande
Fratello. La madre piangeva: ‘Mio figlio è un bravo
ragazzo, non ha fatto nulla di male!’. Ma le Guardie continuavano
silenziose e implacabili a perquisire e requisirono tutto:
computer, modem, dischetti, stampante, spine, spinotti e
prolunghe. Imballavano e sigillavano tutto in grandi scatoloni di
cartone marrone: ‘Dobbiamo sequestrare il materiale, ci dispiace
ma è un ordine.’ Con fredda cortesia si congedarono dalla
signora in lacrime, sfinita. Una Guardia le si avvicinò,
le prese una mano per rassicurarla, ma il Capo troncò di
netto: ‘Presto, presto, abbiamo altre perquisizioni da fare!’. E
così tutto fu portato via. Persino la stampante. Il Capo
ritenne potesse essere – seppur lasciata lì da sola – un
pericoloso strumento di propagazione del crimine. E il ragazzo?
Gli fu lasciato un foglio: un avviso di garanzia. La guardia che
aveva appena imballato il computer tirò fuori l’alcol e si
disinfettò le dita, borbottando a mezza voce: ‘Con i
virus... meglio essere prudenti...’
Individui dediti a una sfrenata
libertà...
Tanti giovani,
dottori, impiegati, operai, studenti, subirono simili
perquisizioni e furono loro sequestrate le attrezzature con cui
erano soliti comunicare i loro pensieri non autorizzati dal
Grande Fratello. La lezione fu salutare e il popolo telematico
stramazzò ai nostri piedi. Il popolo era arrivato a fare
con i computer cose inge-gnosissime quanto perniciose: li
collegava l’uno all’altro di notte con il modem, nelle ore in cui
la bolletta costava meno, e si scam-biava tante informazioni,
tutte sistematicamente non controllate dal Grande Fratello. Il
popolo telematico aveva creato i ‘BBS’ (Bul-letin Board System),
veri e propri strumenti di esplosione dell’indipendenza
comunicativa in un’epoca in cui il Grande Fratello era riuscito a
concentrare finalmente nelle sue mani i mezzi di comunicazione. I
BBS traboccavano di messaggi, aumentavano di mese in mese. Li
animavano individui dediti a una sfrenata libertà,
nell’illusione che l’indipendenza del proprio pensiero fosse un
bene per la società. Già a quei tempi la
società civile si stava attivando con i rudimentali e
semplici computer di allora per organizzare l’autogestione della
propria vita: creava programmi utilissimi che non costavano nulla
e che si diffondevano in un baleno, si scambiava informazioni di
tutti i tipi: sulla scuola, la solidarietà, l’handicap, i
diritti umani... La più grande di queste reti – chiamata
FidoNet – non accettava per statuto la pubblicità. Una
vera anomalia, insomma. C’era persino una pericolosissima rete
che parlava di pacifismo e che ancora adesso crea uno scompiglio
del demonio... Il popolo aveva cioè capito – già
allora – che per fare libera informazione non era necessario
creare un giornale: si poteva realizzare un collegamento
telematico con quattro soldi, ottenendo notizie fresche in tempo
reale, per di più non provenienti dal Grande Fratello.
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Uccidete la telematica!
Il Grande Fratello –
che sempre si sforzava di apparire con il sorriso smagliante, la
fronte spaziosa e le sue bellissime orecchie – a volte diventava
triste e chiedeva allo specchio: ‘Specchio delle mie brame chi
è il più potente del reame?’ Lo specchio allora gli
rispondeva: ‘Sei tu, o mio signore, ma attento: c’è una
bambina che sta crescendo sempre più amata e bella: la
giovane Telematica!’ ‘Arghh! Dobbiamo ucciderla!!!!’ ‘Mio
signore, non c’è bisogno di sporcarsi le mani: posso darle
un consiglio legale? ...’ E il consiglio venne sus-surrato con
sapiente astuzia. Fu così che altre decine di BBS – quelle
odiosissime banche dati – furono perquisite. E altre ancora, a
catena, caddero sotto i colpi dei sospetti investigativi,
rivelatisi infondati, ma che furono sufficienti per bloccare i
BBS un giorno su due. Poco tempo dopo, tra l’indifferenza
dell’opinione pubblica e di tanti giornalisti nostri amici,
centinaia di BBS furono chiusi a causa di una legge che il Grande
Fratello aveva voluto: ogni BBS doveva avere un giornalista
responsabile e pagare una tassa di iscrizione – all’apposito Albo
dei BBS – di 100 milioni. Qualcuno pensò: il fascismo.
Cretini perditempo ...
Ma non ci furono
pestaggi, non corse un solo rivolo di sangue, qualche lacrima
sì, tante imprecazioni. Poi il silenzio. Il vecchio
fascismo bruciava le sedi dei giornali, ammaccava le teste che
non volevano capire. Al termine di quel radioso 1994, invece,
tutto avvenne a norma di legge. Infatti la legge sui BBS
finalmente esi-steva e aveva messo fuorilegge tutti i BBS liberi
e le Guardie e i loro Capi avevano carta bianca e potevano
bloccare tutto a tempo in-determinato. A essere bastonati dal
garbo implacabile delle Guar-die erano i ‘sysop’ (system
operator) indipendenti, ossia quei creti-ni perditempo che
buttavano il loro denaro per mettere a disposizione degli altri
il proprio BBS. Le Guardie: ‘Vi sequestriamo tutto perché
i pirati del software si collegano ai vostri BBS’. Sysop: ‘E che
ci possiamo fare se si collegano i pirati? Noi mica diffondiamo
il loro software illegale. Tutto quello che abbiamo sul BBS
è di pub-blico dominio, si può duplicare per
esplicito permesso degli auto-ri.’ Le Guardie: ‘Ma con i vostri
BBS i pirati possono fare torbidi scambi, possono inviare a un
altro malintenzionato un messaggio criminale e voi lo consentite
con il vostro mezzo. Dunque siete responsabili e criminali anche
voi!’ Sysop: ‘E se la mafia usa i telefoni per gli attentati voi
arrestate quelli della SIP?!?’ Si parlava dell’allora Grande
Sorella SIP, divenuta poi Telecom. Interminabili discussioni. Ma
alla fine avevano ragione sempre loro: le Guardie. La legge aveva
un ‘buco’ proprio lì e neppure un articolo difendeva i
sysop.
E gettarono la spugna ...
Il Grande Fratello,
nel frattempo, giunto non solo in Parlamento ma anche al vertice
del governo, aveva intenzione di fare una modifica anche alla
Costituzione perché i cittadini – senza esercitare
fastidiosi e arcaici diritti di espressione diretta del pensiero
– avessero finalmente la libertà di scegliere, senza
limitazione alcuna, fra i suoi innumerevoli telegiornali e
programmi, senza altre inutili ed eretiche ridondanze
informative. ‘Meglio star zitti e non protestare,’ dicevano
alcuni sysop ‘forse con qualche amicizia potremo riavere subito
indietro la nostra roba.’ Infatti le guardie avevano sequestrato
tutto e alcuni, che usavano i computer come programmatori, non
potevano più lavorare perché non disponevano del
loro strumento professionale: il computer. Alcuni avevano nella
memoria del calcolatore il frutto del lavoro di mesi: tutto
sequestrato, lavoro bloccato, clienti incavolati, distrutta
l’azienda. ‘Mai più sysop!’ imprecarono alcuni. Vi fu chi
ricevette indietro il computer dopo mesi di estenuante attesa,
chi dopo anni. Dissero tra sé e sé amaramente in
tanti: solo danni, nessuna garanzia. E gettarono la spugna anche
i pochi che avevano tentato di sopravvivere – alla luce del sole
– al nuovo fascismo elettronico. Uno dopo l’altro i BBS chiusero.
Tristezza, nostalgia, qualche lacrima.
Il Grande Fratello intanto stava preparando
un’abile mossa e contava di fare un trionfale sbarco sul pianeta
telematico. ‘Signori,’ disse ai sysop ‘le recenti perquisizioni
vi hanno tolto tutti i computer, e me ne dispiace. Vedremo di
accordarci. Ma mi rivolgo a voi e vi chiedo: perché questi
vostri BBS non accettano la mia pubblicità? Potreste farvi
qualche soldino se farete parte del mio impero. Io vi
passerò le informazioni, che costano tanto: ve le
darò gratis e di ottimo livello professionale, alzeremo
l’audience con un po’ di giochi a premi e quiz pubblicitari.’
Alcuni aderirono alle sue lusinghe, alcuni appiccicarono sul
computer il suo stemmino: ‘Forza Grande Fratello!’ Collaborarono
all’edificazione del nuovo impero telematico del Grande Fratello,
con spot pubblicitari ogni 10 minuti di connessione
telematica.
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Partigiani telematici
Ma vi fu un gruppo di
estremisti della libertà che organizzarono un’odiosa
quanto pericolosa resistenza nonviolenta, formando un movimento
di ‘partigiani telematici’. Costoro – dediti a ogni più
sfrenato vizio del pensiero indipendente – continuavano a
trasmettere messaggi telematici come ‘obiezione di coscienza’,
violando la legge e trovando ogni cavillo giuridico per averla
vinta; si appellavano all’art. 21 di una vecchia cartaccia – la
Costituzione Italiana – passata nell’oblio e rifatta dal Grande
Fratello per renderla più moderna e consona ai bisogni
delle aziende, delle sue ovviamente. Questi estremisti avevano
escogitato un piano a dir poco dia-bolico: utilizzavano un
apparecchietto elettronico, grande quanto un’accendino, che
conteneva tutto l’archivio telematico della rete e tutti i
messaggi: un’intera biblioteca. Ma la repressione si fece sempre
più dura: scarseggiarono i computer e i ‘partigiani
telematici’ dovettero nascondere le proprie malefiche
apparecchiature nelle cantine, negli sgabuzzini, nelle soffitte.
Una vera e propria guerriglia si scatenò: computer
portatili sparavano messaggi telematici che si diffondevano nel
mondo intero, ed era un problema requisirli tutti.
Col portatile sotto il cuscino
C’era chi si
addormentava con il portatile sotto il cuscino e in caso di
perquisizioni notturne lo nascondeva nella culla del bambino,
c’era chi – più ardito – arrivava a ficcarlo nello
sciacquone del water, dentro un sacchetto di plastica. Furono
tempi duri per il nostro caro Grande Fratello. I ‘partigiani
telematici’ ne sapevano una più del diavolo e arrivarono a
costruire un BBS di 50 grammi, con una memoria sterminata e con
telefonino digitale incorporato. Una vera stazione sovversiva
ambulante – con 100 linee telefoniche – imprendibile e dal
devastante uso sociale. Si scopriva allora che migliaia di
notizie il Grande Fratello non le passava e si potevano trovare
solo usando la telematica. Bella scoperta: ma cosa ci si
aspettava dal Grande Fratello? La gente non è ancora
pronta a usare la verità con prudenza e buon senso. Allora
il Grande Fratello lanciò una massiccia offensiva e
additò al pubblico ludibrio i ‘partigiani telematici’. Ma
il popolo reagì agli appelli imperiosi con perversa
curiosità e tanti si comprarono i nuovi computer 3 al
prezzo di 2 con modem satellitari che il Grande Fratello vendeva
in promozione proprio in quelle settimane: e – venendo a sapere
dal Grande Fratello stesso dell’esistenza dei ‘partigiani
telematici’ – si collegarono con loro clandestinamente.
Il popolo stava cambiando e il Grande Fratello
lo aveva capito. Una ruga profonda gli era apparsa, verticale
sulla fronte spaziosa: era la Ruga della Sconfitta. Un odioso
referendum gli aveva infatti tolto il monopolio sulla TV e ora
cominciava a vacillare anche quello sulla telematica. Vennero poi
le elezioni e la Ruga della Sconfitta segnò il viso sempre
più stanco e meno sorridente dell’amato Grande Fratello.
Arrivò anche una condanna: non eravamo riusciti a togliere
di mezzo alcuni giudici fra i più rompipalle. E allora i
partigiani telematici decisero che era arrivata l’ora di uscire
dalla clandestinità. Come i vecchi antifascisti del ’45,
il 25 aprile del 2000 entrarono nelle città liberate, con
i computer portatili in mano, distribuendo minidischetti
sovversivi a destra e a sinistra. Appesi ai jeans avevano
batterie solari ricaricabili: erano le loro munizioni, come
amavano dire. Tra tali individui trovavi persone di tutti i tipi
e di tutte le fedi politiche, c’erano anche seguaci della prima
ora del Grande Fratello. Ma il fascismo elettronico aveva
infierito per troppi anni e ora erano lì – tutti
sorridenti – ad aspettare le Guardie. Mille Guardie Scelte furono
lanciate contro i partigiani telematici, il Grande Fratello
ordinò: ‘Distruggete i loro portatili, bruciate i
dischetti, anche il BBS centrale satellitare portatile da 100
linee!!!’
Calpestavano il tappeto umano
I partigiani
telematici erano in piazza e avevano intorno una marea di gente
che faceva scudo con il proprio corpo. Partirono messaggi di
aiuto verso tutto il mondo e arrivarono poco dopo attestati di
solidarietà da tutto il Pianeta. I principali quotidiani
mondiali fu-rono avvisati di quanto stava accadendo e avevano
predisposto un pezzo sull’evento, più o meno con questo
titolo: ‘Il fascismo elettronico sfidato dai manifestanti
telematici in piazza’. Intanto le Guardie si avvicinavano
inesorabili, dovettero calpestare il tappeto umano che si era
steso nel frattempo attorno ai partigiani. Camminarono su mani,
dorsi, braccia e gambe e più avanzavano più
capivano che stavano agendo contro i loro figli che – a decine –
facevano parte del tappeto umano e gridavano: ‘Papà, non
farlo!’ Le Guardie arrivarono ai partigiani; lì fermi per
un minuto si guardarono negli occhi.
Fummo trafitti dai messaggi
elettronici
Arrivò in quel
momento un messaggio di posta elettronica: ‘Il magistrato
Vorrelli emette un mandato di cattura nei confronti del Grande
Fratello.’ L’annuncio suscitò un senso di liberazione
generale. Le Guardie furono sopraffatte dalla festosità
popolare, molte di loro fraternizzarono con i partigiani. Fu
l’inizio della fine per noi seguaci del Grande Fratello.
Nell’anno Duemila fummo trafitti da messaggi di posta elettronica
sparati da più direzioni. I partigiani telematici,
purtroppo, avevano vinto."
Emilio Vede, 11 maggio 2004.
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