ETICA HACKER by Barbara Carazzolo & Luciano Scalettari
Sembra che domenica 17 dicembre il server del Credito
Cooperativo - Iccrea holding (http://www.bcc.it) sia stato oggetto di
attacco (riuscito) ad opera di un certo Tritemius, una firma già nota per
aver portato altri attacchi simili a server che utilizzano la stessa
architettura software (server web Microsoft Internet information server
4.0 e Microsoft Windows Nt 4.0). L'autore dell'attacco, comunque, si e'
comportato quasi da gentiluomo: ha solo modificato l'home page, lasciando
una frase tratta dal film The Matrix ("Wake up Neo, The Matrix has
you... System Failure) e facendo sapere di operare per mettere in evidenza
eventuali falle nella sicurezza dei sistemi
Tritemius, italiano, 30 anni. Ha violato il sito di
una banca per mostrarne la fragilita' e quello della
Nato, contro i blitz in Irak. Difende la sua etica
e dice NO alla censura: "e' un trucco dei potenti".
Gli hacker non sono pirati informatici o criminali,
ma gli spiriti liberi della nuova era.
Parola di Tritemius, uno di loro, uno dei piu'
conosciuti e amati dal popolo "ribelle" della Rete
per quello che pensa, che dice e che fa.
Tritemius, in un certo senso, sbeffeggia il potere
e mostra, come nella celebre favola, che "il re e' nudo".
Lo ha fatto, per esempio, "craccando" (cioe'
violando) un sito protetto della Nato e
mostrando cosi' al mondo le debolezze di
quel sistema. Lo abbiamo incontrato, anche
noi nel cyberspazio, allo scopo di capire un po' meglio
questo mondo sconosciuto.
Giornali e televisioni parlano poco e male degli hacker
e gli hacker parlano poco o niente con i giornalisti.
- L'hacker, allora, non e' un criminale che diffonde virus?
"No, per principio un hacker non danneggia mai
deliberatamente i dati, ne' fa sabotaggi, ne' diffonde virus.
Chi muove i primi passi nel mondo dell'hacking, prima
ancora di imparare le alchimie tecniche si imbatte nell'etica
degli hacker. La sua criminalizzazione e' frutto
di semplificazioni giornalistiche e hollywoodiane. Chi
fa sabotaggio elettronico ha gli stessi motivi che nel
mondo reale: concorrenza, estorsione, vendetta".
- Perche' hai "craccato" il sito della Nato e,
in passato, quello della Banca del credito cooperativo?
"Le due azioni hanno ragioni diverse. Nel caso della
Banca volevo sottolineare la
debolezza del sistema di sicurezza. L 'attacco al sito Nato,
invece, aveva anche un altro obiettivo: denunciare
l'atteggiamento prepotente degli Stati Uniti e della Gran
Bretagna che, qualche giorno prima della mia incursione, avevano
sferrato un attacco militare aereo contro
l'Irak gratuito e propagandistico. Lo stesso Kofi Annan
definisce illegali le no-flyzone imposte dagli Usa. A subire le
conseguenze di questo gioco di potere e' il popolo
iracheno, provato da 20 anni di guerre e da lOdi embargo. La
gente comune rischia di veder compromessa la
propria esistenza a causa del "Dottor Stranamore" di
turno. Se non ci si indigna per questo, non
vedo per cosa ci si dovrebbe indignare".
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- Internet e' nata libera, ma voi dite che rischiamo
di veder ristretti gli spazi di liberta'. Perche'?
"La Rete e' diventata uno strumento di massa. Ha
una visibilita' che fino a pochi anni fa era impensabile.
I computer erano roba per pochi fanatici, che
facevano esattamente quello che oggi possono fare tutti:
scambiarsi liberamente opinioni, fondare giornali elettronici,
dialogare con persone lontane. Ma chi detiene
il potere teme cio' che non puo' controllare. E cala la
censura. Pero' le leggi che possono essere idonee nel
mondo reale, non lo sono piu' se imposte alla Rete. La
nuova legge sull'editoria, che impone alla Rete le restrizioni
dei mass media, "classici", e' stata scritta da uomini
delle caverne, che non tengono conto della peculiarita' del
nuovo mezzo, e con la stessa arroganza dei colonizzatori
europei di un tempo nei confronti dei nativi americani".
- La liberta' di Rete puo' essere un pericolo: ad esempio per i
siti di commercio pedofili. e' vero?
"La liberta' della Rete e' pericolos!ssima. Come il pensiero. E
una
minaccia immane per i prepotenti, perche da' la voce a chi non
l'ha mai avuta. Non si puo' pensare di limitare la liberta' diuno
strumento soltanto perche' puo' essere usato come veicolo per
traffici turpi. Anche le autostrade sono percorse da criminali,
ma non per questo si limita la circolazione ai cittadini"
- Ma anche in autostrada ci sono delle regole...
"Controllare Internet non e' impossibile, e' inutile. La
Rete reagisce alla censura e crea gli anticorpi. Muore
Napster (il Sito dal quale scaricare musica gratis, ndr),
ma ci sono gia' decine di sistemi alternativi. Per anni
Internet si e' autoregolamentata e non vi e' stata l'Apocalisse.
I crimini vanno perse guiti, ma una cosa e' l'indignazione per la
pedofilia, un'altra e' la demonizzazione di un fenomeno
criminale per imporre bavagli"
- Ci sono sistemi che limitano l' accesso a certi siti:
ad esempio bombardarne uno per causarne il collasso,
oppure crearne di falsi per depistare gli utenti.
Come difendersi?
"Questo genere di attacchi e' venuto alla ribalta nel
febbraio 2000: Yahoo e altri importanti siti ne furono vittime,
Il rimedio e' legato alla sicurezza dei sistemi, Una macchina
collegata alla Rete non e' un fatto privato, e il responsabile
deve sapere che la sua negligenza si puo'
ripercuotere sul lavoro altrui. Una macchina o una
Rete mal amministrate possono essere utilizzate da pirati per
azioni simili. A me capita spesso di indicare ai
responsabili dei sistemi i loro punti deboli e la possibile
soluzione, ma il piu' delle volte restano indifferenti. e'
assurdo. Se io avessi un server affacciato sulla Rete, sarei ben
lieto di essere avvisato delle debolezze".
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- Come bisogna fare perche la rete diventi davvero uno' strumento
di comunicazione tra culture?
"Lo e' gia', ma non vi e' ancora la percezione della sua
potenza. Per la prima volta nella storia, oggi tutti hanno a
disposizione una quantita'
sterminata di notizie. Il processo sara' graduale ma
irreversibile. Ci dobbiamo solo rendere conto che qualsiasi
informazione si trova a pochi millisecondi da noi",
- Hai scritto che lo scopo della cultura e' la pace...
E' una bella frase, ma non e' mia. La scrisse Oscar
Wilde nel 1891. L'odio nasce dalla paura, e la paura
dall'ignoranza. La possibilita' di accedere a informazioni e di
comunicare ci permette di capire. La scoperta
di altre civilta', religioni, filosofie. e della dignita' di
altri
popoli, forse piu' poveri ma piu' ricchi dal punto di vista
morale, non potra' che far bene agli occidentali, sempre piu'
arroccati in un mondo astratto e alienante".
- Molti non usano la Rete perche' non la capiscono...
"L'astrazione e' sempre pericolosa. Una rete e' uno
strumento: dal punto di vista del pescatore significa
vita, da quello del pesce significa morte. Se non controlli la
tecnologia, lei controlla te. Anche per questo
esistono sul territorio nazionale dei "laboratori" .gli
hacklab, dove gli hacker organizzano corsi di informatica,
aiutano gli utenti in difficolta',
permettono di navigare gratuitamente".
- La cultura informatica e' andata di pari passo con
l' evoluzione tecnologica?
"No. Negli ultimi anni, la diffusione di computer e Internet e'
avvenuta in modo artificiale, forzato. Non e' stato un
processo graduale, nato da una scelta. Chi ha iniziato
a occuparsi di computer anni fa, lo faceva per passione.
I vari livelli di apprendimento erano fisiologici. Oggi cio'
che importa e' vendere macchine e connessioni. Non c'e'
nessuno che abbia interesse a mostrare le potenzialita'
tecniche e culturali del nuovo mezzo. Non solo. Anche i
sistemi aperti sono boicottati: Linux e' un software di alto
livello, disponibile e gratuito perche' sviluppato da una
comunita' di programmatori sparsi in tutto il mondo-
e ha prestazioni paragonabili, se non superiori, a Windows. Ma, a
differenza dei prodotti Microsoft, chiunque lo puo' esaminare e
modificare.
L'introduzione di questo sistema nella pubblica amministrazione
sarebbe importante, sia perche' non costa nulla sia perche
chiunque ne puo' controllare l'esatto funzionamento"
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- Chi e' Tritemius nella vita reale?
"L'etica degli hacker non prevede il brevetto delle
idee. Le opinioni che esprime Tritemius non hanno il
fine di esaltare l' ego di un individuo, ma vogliono focalizzare
l'attenzione sulla liberta' della e nella Rete. Non
solo mercato, profitti, controllo. Ma arte, cultura,
divertimento, condivisione di esperienze e saperi, In questo
senso non ha importanza chi e'
Tritemius. La mia vita e' quella di un trentenne che esce al
mattino, prende un autobus e va in ufficio.
Nei momenti liberi vede gli amici, legge,
assiste a concerti, mangia la pizza"
- Perche hai scelto il nome Tritemius?
"Mi sono ispirato a un curioso personaggio del xv
secolo: Johann Heidenberg di Tritenheim, abate di
Spanheim, appassionato studioso e inventore di un
sistema criptografico, Il suo nome iniziatico era, appunto,
Tritemius. Vedo una certa analogia tra gli studiosi liberi
e un po' eretici del Rinascimento e gli hacker"
- La Rete e' sempre piu' usata per comprare o giocare, specie dai
piu' giovani. Non c' e' il rischio di perderne le enormi
potenzialita' di democrazia?
"Anch'io ho questo timore, e' un problema che va al
di la' del mondo dei computer e di Internet. Il pericolo
e' gia' concreto. Conformismo, appiattimento: sono i
sintomi piu' visibili. Ma in Rete si trovano le persone
che incontriamo per strada, e credo che molti percepiscano che
qualcosa non va, che tutto sia gia' deciso e ineluttabile.
Poi, forse, mettono la testa nella sabbia, perche e' piu'
semplice. La Rete puo' far incontrare individui che
hanno questa sensazione di solitudine, e come per
magia rivelare loro che essi sono la maggioranza".
Barbara Carazzolo
e Luciano Scalettari
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