HACKERS Versione 0.3d by Marco Iannacone
INDICE
1. INTRODUZIONE
2. IN ORIGINE
3. HACKER = CRACKER ?
4. ESISTE UNA ORGANIZZAZIONE?
5. CYBERPUNKS
6. MANIFESTO
7. ALTRI LINK UTILI
A. INTRODUZIONE A GNU
B. LICENZA D'USO
1. INTRODUZIONE
"Hackers." Questa parola assume significati differenti in funzione delle
persone a cui lo chiedi.
Al CERT, il Computer Emergency Response Team della Carnegie Mellon
University di Pittsburgh (http://www.cert.org/), potrebbero dire che un
hacker e' colui che penetra nei computer altrui. Nello stesso tempo -
pero' - Richard Stallman, fondatore della Free Software Foundation
(http://www.fsf.org/), si definisce un hacker. Per lui "hacking" significa
sviluppare software in un "open, collaborative environment", con un forte
senso etico per cio' che e' giusto o sbagliato (informaticamente parlando).
Usando questa accezione il New Hacker's Dictionary di Eric S. Raymond
(http://www.tuxedo.org/~esr/jargon/html/index.html) definisce un hacker
come qualcuno che ama esplorare le possibilita' offerte da un sistema
informativo e mettere alla prova le sue capacita', in contrapposizione con
la maggior parte degli utenti che preferisce apprendere solo lo stretto
indispensabile.
Una nota rivista underground recita:
Hacking, hackers, hack-- in qualsiasi forma, non sono altro che i test di
Rorschach del cyberspazio: quelloche pensate significhi il termine hacker
rivela tanto di voi quanto degli hacker stessi. Gli hackers sono buoni?
Sono cattivi? Tutto dipende dalla accezione del termine che volete usare..
Altre definizioni largamente usate sono:
Hack
L'arte di fare qualcosa quando non vi e' alcun modo noto per farla.
L'arte di fare qualcosa che non puo' essere fatta.
L'arte di fare qualcosa che e' completamente totally against the odds.
Hacker
Colui che riesce a farcela contro ogni probabilita'..
Colui che riesce a trovare IL MODO in un gioco che non puo' essere vinto.
Colui che insegna agli altri e che diffonde il sapere anche quando nessuno
vuole ascoltarlo.
Colui che non molla.
Colui che affronta i propri avversari anche quando lo superano per numero.
Questo documento - che si sviluppa su un paragrafo della Guida ad Internet
e alla Realta' Virtuale dello stesso autore - cerca di chiarire il
significato piu' esteso di questi termini.
[ Top ]
2. IN ORIGINE
Il termine Hacker definiva in origine i maghi del computer, programmatori
in grado di risolvere ogni problema programmatori e progettisti di computer
che considerano l'informatica come la cosa più importante al mondo. Nel
parlare con questi esploratori digitali, da quelli che negli anni
cinquanta, domarono macchine da decine di milioni di dollari, fino ai
giovani maghi contemporanei che dominano le proprie macchine nelle loro
camerette di periferia, si scopre un elemento comune, una filosofia
condivisa che pare legata al flusso elegante della logica dello stesso
computer. E' una filosofia di socializzazione, di apertura, di
decentralizzazione e del mettere le mani sulle macchine a qualunque costo,
per migliorarle e per migliorare il mondo. Come racconta Steven Levy nel
suo libro HACKERS (che consiglio caldamente), tutto e' iniziato grazie ai
trenini elettrici. Verso la fine degli anni 50, infatti, un gruppo di
studenti del MIT fondo' il Tech Model Railroad Club (TMRC). Si trattava di
un club di appassionati di modellismo che pero' non si limitavano a
costruire locomotive e vagoni, ma anche di farli funzionare su una rete
ferroviaria in miniatura, perfettemente riprodotta. La complessita' del
sistema poneva agli studenti problemi sempre piu' complessi trovare i
pezzi, far funzionare insieme apparecchiature che non avevano niente in
comune. Queste stesse persone, appassionate di tecnologia, utilizzarono lo
stesso approccio nei confronti dei primi (supercostosi) computer che le
universita' misero a disposizione.
Con un background di questo tipo fu naturale che le cose presero una certa
piega....
A questa prima generazione di hackers animata dal motto INFORMATION WANTS
TO BE FREE e dalla convinzione che la tecnologia dovesse essere diffusa in
ogni ambito segui' quella dei cosidetti homebrewer - appassionati di
hardware il cui obbiettivo era provocare lo sviluppo dell'informatica
rendendo libere le architetture delle macchine e le specifiche tecniche per
realizzarle. A questo mondo appartiene Wozniak - inventore del primo
computer della Apple.
[ Top ]
3. HACKER = CRACKER ?
Oggi spesso il termine hacker viene utilizzato con un significato negativo.
Gli hackers, infatti sono anche i pirati cibernetici che entrano nelle
banche dati altrui facendosi beffe dei sistemi di sicurezza. In realta' il
termine piu' corretto per identificare questo gruppo di individui e'
crackers, ma spesso i due termini vengono confusi. Ecco quanto RMS (un vero
hacker) scriveva al Wall Street Journal relativamente all'uso improprio che
i giornalisti fanno del termine:
Spettbile Editore
Le scrivo questa lettera non perche' sia pubblicata, tuttavia - se crede -
potra' pubblicarla. E' indirizzata specificamente a Lei, l'Editore, e non
ai suoi lettori.
Io sono un hacker. Cio' significa che amo giocare con i computer --
lavorarci, apprendere il loro funzionamento, e scrivere programmi ben fatti.
Io non sono un cracker; Non passo il tempo a violare la sicurezza dei
computer.
Non c'e' niente di cui vergognarsi nel hacking che faccio. Ma quando dico
alla gente che sono un hacker, la gente pensa che sto ammettendo una
nefandezza -- perche' i giornali come il vostro usano erroneamente la
parola "hacker", dando l'impressione che significhi "security breaker"
e niente piu' Lei procura agli hackers una brutta fama.
La cosa piu' triste e' che questo atteggiamento viene perpetuato
deliberatamente.
I Vostri reporter conoscono la differenza tra "hacker" e "security breaker".
Loro sanno come distinguere ma voi non lo consentite! Voi insistete ad
usare "hacker" in senso peggiorativo. Quando i reporter usano un'altra
parola, voi la cambiate.
Quando i reporter cercano di spiegare l'altro significato, voi tagliate.
Ovviamente, avete un motivo. Dite che i lettori si sono abitiuati a usare
il significato negativo della parola e quindi non si puo' piu' cambiarlo.
Beh, non e' possibile cancellare gli errori del passato; ma non c'e'
nessuna scusa per ripeterli domani.
Se io fossi quello che voi chiamate un "hacker", a questo punto cercherei
di forzare i vostri computer e di mandarli in crash. ma sono un hacker, non
un cracker. Io non faccio questo genere di cose!
Ho abbastanza computer con cui giocare a casa e al lavoro; Io non ho
bisogno dei vostri.
Inoltre non e' mia abitudine rispondere agli insulti con la violenza. La
mia risposta e' questa lettera.
Dovete delle scuse agli hackers; ma piu' di cio', ci dovete del normale
rispetto.
---- EOF
Gli antenati dei crackers erano i phone phreakers, che alla fine degli anni
Settanta, in lotta contro le compagnie dei telefoni, imitavano i segnali
d'accesso delle reti telefoniche per telefonare gratis in tutto il mondo.
Tra questi il piu' famoso e' John Draper (alias Captain Crunch) inventore
della blue-box.
Con l'arrivo dei primi personal computers, ecco nascere una generazione di
ragazzini terribili (come l'eroe del film War Games), per i quali non c'è
codice segreto che tenga. Alcuni come Robin Tappan Morris, inventore di un
terribile virus che nel 1988 distrusse le banche dati di varie università
americane, sono geniali sperimentatori, travolti dai loro stessi
esperimenti. Altri, come il tedesco "Pengo", che rubava informazioni
segrete e le vendeva ai sovietici, usano la loro attività per pratici scopi
criminali.
[ Top ]
4. ESISTE UNA ORGANIZZAZIONE?
Durante il DefCon 5 (1997) Ira Winkler (direttore del NCSA) ha dato la
seguente descrizione dell'universo underground (cioe' di come è strutturata
la comunità degli hackers/crackers a livello mondiale).
Si stima che a livello mondiale esistano all'incirca 200/300 individui che
conoscono a fondo il funzionamento dei kernel dei principali sistemi
operativi, dello stack TCP/IP, dei router, e dei firewall e che vi lavorano
attivamente sviluppando programmi in C in grado di testare eventuali
problemi di sicurezza e di creare le opportune patch per superare questi
limiti.
Questi programmatori sono in continuo contatto tra loro, si scambiano
informazioni, comunicano le loro scoperte ad istituzoni quali il CERT
(=Computer Emergency Responce Team) e producono documentazione molto
tecnica e che contiene le informazioni essenziali. Attorno a questi 200
guru gravitano circa 2000 programmatori e system administrator (skilled
people) che sono ingrado di capire ciò che dicono i 200. Questo gruppo di
persone analizza la documentazione prodotta dai 200, provano i programmi da
loro sviluppati su altri sistemi operativi, li migliorano, scrivono a loro
volta altri programmi più semplici da usare e producono della
documentazione decisamente più articolata che spiega in dettaglio qual'e'
il problema che esisteva, dimostra come sfruttare il bug a proprio
vantaggio e fornisce una soluzione oppure indica la direzione nella quale
lavorare per poterlo risolvere. Generalmente i programmi sviluppati a
questo e al precedente livello sono distribuiti gratuitamente (nel miglior
spirito hackers) e possono essere usati sia per testare i propri sistemi e
migliorarli, che per penetrare in sistemi altrui. L'uso che verrà fatto del
programma dipende dallo spirito e dall'etica del singolo individuo. In
generale (a qualsiasi livello) l'unica legge universalmente accettata da
tutti gli hackers è il diritto alla libera circolazione delle idee.
L'hacker è alla continua ricerca dela conoscenza... per questo motivo, egli
prova, scrive codice, raccoglie e scambia diligententemente informazioni al
fine di conoscere tutto ciò che è possibile sapere.
Attorno a questi 2000 programmatori esite un vasto gruppo (tra i 20 e i 75
mila) che Winkler definisce clue-less (incapaci) che sfruttano le
informazioni e i prodotti diffusi dall'anello precedente per propri fini
personali. Si tratta di persone con discrete conoscenze dei sistemi
operativi ma con scarse doti di programmatori.
Lo scenario però, afferma Winkler, e' ancora più complicato. Fino ad ora
abbiamo descritto ciò che è presente sullo scenario pubblico. La sicurezza
informatica, la penetrazione in sistemi informativi aziendali e/o
governativi, tuttavia, interessa anche ad altre realtà le agenzie
governative, i servizi sergreti, l'esercito e le ambasciate (FBI, CIA, NSA,
NATO, NASA, i servizi segreti israeliani, il Japanese immigration plan...)
hanno anche loro un pool di super esperti in grado di indagare, rivolvere e
sfruttare a loro piacimento i bug dei sistemi informativi. Questo staff
attinge al materiale di pubblico dominio e produce a sua volta
documentazione e software che può essere usato da un gruppo più ampio di
persone all'interno della stessa organizzazione allo scopo di portare a
termine le proprie missioni. Per rendere più difficile risalire a chi ha
compiuto determinate azioni, anche queste organizzazioni rimettono in
circolo il materiale prodotto se più persone sono in grado di penetrare in
un sistema utilizzando gli stessi strumenti sarà difficile attribuire ad
una particolare ambasciata o governo una determinata azione!
Un esempio eclatante di come i servizi segreti interagiscono con la
comunità underground è dato da due notissime BBS del passato la QSD
francese e la HCK tedesca. Si trattava di BBS presso le quali erano soliti
incontrarsi e scambiarsi programmi e informazioni i più noti hacker
europei.. ebbene alcuni di loro cercando di craccare i sistemi hanno
scoperto che a gestire queste bance dati erano proprio i servizi segreti
dei due paesi!
L'ultimo tassello che manca per rendere completo lo scenario è il
contributo apportato dalla crimilità organizzata. La Yakuza, la mafia
cinese, la mafia russa, i gruppi criminali medio orientali e anche quelli
nostrani dispongono di un gruppo di esperti che elaborano le tecniche con
cui gli esecutori possono compiere le loro azioni.
Anche loro hanno tutto l'interesse ad attingere al patrimonio pubblico e a diffondere le tecniche
da loro implementate per rendere difficile risalire ai veri esecutori.
[ Top ]
5. CYBERPUNKS
Il movimento internazionale degli hacker e del nuovo underground
tecnologico ha issato volentieri la bandiera cyberpunk, riconoscendo in
Gibson, Sterling e compagni non solo una piacevole lettura, ma anche
l'indicazione trasversale di modalità di comportamento che già maturavano
nella società postindustriale, ma a cui questi scrittori davano visibilità
e nuove possibilità di riflessione e di autorappresentazione. Non a caso
Sterling, che del cyberpunk letterario è stato il teorico, (in un
intervista rilasciata a Science-Fiction Studies e pubblicata nel 1992)
affermava Oggi i riferimenti al cyberpunk come fenomeno letterario sono
sempre meno rispetto all'uso che si fa del termine come sinonimo di
criminale del computer. Fra un paio di anni nei cataloghi delle biblioteche
universitarie alla voce cyberpunk si troveranno solo libri sui crimini
informatici.
La maggior parte degli hacker si considera un ribelle high-tech, come i
software cowboys del cyberpunk, per i quali la lotta contro il sistema e'
un fine in se stessa, una filosofia di vita. Gli hacker raccolgono nelle
loro fila molti degli operatori delle prime comunità virtuali degli anni
'70, che, radicalmente idealisti e sostenitori della politica della libera
circolazione delle idee, ma non solo di quelle (riproducono illegalmente
programmi commerciali e giochi protetti da copyright (vedi Italian
Crackdown) e le immettono nei circuiti di distribuzione (BBS), effettuano
reverse engineering su programmi protetti dalla copia per eliminarne la
protezione rendendone così possibile la distribuzione, distribuiscono
informazioni su funzioni non documentate ...), hanno attirato recentemente
l'attenzione della stampa e talvolta (per questa loro utopica filosofia)
anche la simpatia dell'opinione pubblica.
[ Top ]
6. MANIFESTO
Di seguito riporto un estratto da un vivido manifesto hacker, ricavato dal
volume uno, numero 7, phile 3 di Phrack - una delle più note riviste
elettroniche underground (traduzione tratta da Giro di vite contro gli
hacker - vedi bibliografia):
OGGI HO FATTO UNA SCOPERTA.
HO TROVATO UN COMPUTER.
ASPETTA UN ATTIMO, CHE GANZO. FA QUELLO CHE VOGLIO CHE FACCIA.
SE FA UN ERRORE, È PERCHÉ SONO IO CHE HO COMBINATO UN GUAIO. NON PERCHÉ NON
GLI PIACCIO...
E POI È SUCCESSO...
SI È APERTA UNA PORTA SUL MONDO...
CORRENDO ATTRAVERSO LE LINEE TELEFONICHE COME L'EROINA NELLE VENE DI UN
DROGATO, VIENE MANDATO FUORI UN IMPULSO ELETTRONICO, VIENE RICERCATO UN
RIFUGIO DALLE INCOMPETENZE QUOTIDIANE...
SI TROVA UN BOLLETTINO.
QUI...
QUESTA È LA MIA PATRIA...
QUI CONOSCO TUTTI... ANCHE SE NON LI HO MAI INCONTRATI, NON HO MAI PARLATO
CON LORO, E MAGARI NON LI SENTIRÒ MAI PIÙ..
VI CONOSCO TUTTI... QUESTO ORA È IL NOSTRO MONDO... IL MONDO DELL'ELETTRONE
E DEL COMMUTATORE, LA BELLEZZA DEL BAUD.
FACCIAMO USO DI UN SERVIZIO GIÀ ESISTENTE, SENZA PAGARE PER QUELLO CHE
POTREBBE ESSERE A BUON PREZZO COME L'ACQUA SE NON FOSSE GESTITO DA AVIDI
PROFITTATORI.
E VOI CI CHIAMATE CRIMINALI.
NOI ESPLORIAMO...
E VOI CI CHIAMATE CRIMINALI...
NOI CERCHIAMO LA CONOSCENZA...
E VOI CI CHIAMATE CRIMINALI.
NOI ESISTIAMO SENZA COLORE DELLA PELLE, SENZA NAZIONALITÀ, SENZA PREGIUDIZI
RELIGIOSI... E VOI CI CHIAMATE CRIMINALI.
VOI COSTRUITE BOMBE ATOMICHE, DICHIARATE GUERRA, UCCIDETE, SPERGIURATE E CI
MENTITE E CERCATE DI FARCI CREDERE CHE È PER IL NOSTRO BENE, EPPURE SIAMO
NOI I CRIMINALI.
SI, IO SONO UN CRIMINALE.
LA MIA COLPA È QUELLA DELLA CURIOSITÀ, LA MIA COLPA È QUELLA DI GIUDICARE
LA GENTE IN BASE A QUELLO CHE DICE E CHE PENSA, NON IN BASE AL SUO ASPETTO.
LA MIA COLPA È QUELLA DI ESSERE PIÙ FURBO DI VOI E, PER QUESTO, NON POTRETE
MAI PERDONARMI.
[ Top ]
A. INTRODUZIONE A GNU
GNU sta per Gnu is Not Unix.
Si tratta di un progetto che e' nato per sostituire le utility proprietarie
dei sistemi Unix. Questi programmi sono gratuiti e vengono distribuiti (con
tanto di codice sorgente) insieme al sistema operativo con una particolare
licenza (chiamata GNU Public License) che autorizza chiunque a modificare
i sorgenti e ridistribuire il codice modificato a patto di farlo
utilizzando lo stesso tipo di licenza.
Col tempo molti altri programmi hanno adottato questo tipo di filosofia
rendendo possibile lo sviluppo di sistemi operativi quali Linux e FreeBSD,
ma anche il miglioramento di tutti gli altri sistemi operativi proprietari.
Per maggiori informazioni a riguardo
http://www.fsf.org/
http://www.opensource.org/
http://www.linux.org
http://www.freebsd.org
B. LICENZA D'USO
Questo documento realizzato da Marco Iannacone (ianna@pippo.com) viene
rilasciato secondo la licenza GNU General Public License (GPL o copyleft)
versione 2 della Free Software Foundation.
Chiunque e' autorizzato a distribuire copie elettroniche o cartacee del
presente documento, allegarlo a raccolte, CD-ROM o programmi, a patto di
citare la fonte da cui e' stato tratto. Dato che il documento viene
distribuito gratuitamente l'autore non si assume NESSUNA responsabilita'
per eventuali errori o inesattezze che possano essere presenti.
Le considerazioni espresse all'interno del documento devono essere considerate
opinioni personali dell'autore e NON dogmi assoluti.
C. BIBLIOGRAFIA
# Gibson William, Neuromancer, Ace Books, New York, 1984
[tr.it. Neuromante, Editrice Nord, Milano, 1991, pag.261,£8.000]
# Count Zero, Ace Books, New York, 1987
[tr.it. Giù nel ciberspazio, Arnoldo Mondadori Editori, Milano, 1990]
# Virtual Light, 1993
[tr.it. Mirrorshades, Arnoldo Mondadori Editori, Milano, 1994, pag 262,
£30.000]
# Sterling Bruce, Prefazione in William Gibson Burning Chrome,ix - xii, Ace
Books, New York, 1986
# Prefazione in Mirrorshades (a cura di) Ace books, New York, 1988
[tr.it. Mirrorshades, Bompiani, Milano, 1994, pag 311, £13.000]
# The Hacker Crackdown, 1992
[tr.it. Giro di vite contro gli Hacker, Shake, Milano, 1993, pag 253, £18.000]
# Steven Levy, Hackers: Heroes of the Computer Revolution, Ed. Anchor
Press/Doubleday, 1984
[tr.it. Hackers, Edizioni Shake, 1996, pag.461, £ 33.000]
# Neal Stephenson, In the Beginning... was the command line, Avon Sociology Business, 1999, pag. 151, $ 10
# Sherry Turkle, Life on the Screen, Simon & Shuster, New York, 1995, pag. 327
DECODER - Rivista internazionale underground
# EFF's Guide to the Internet, v. 2.3 Copyright 1993, 1994 Electronic
Frontier Foundation
[e la sua traduzione a cura dell'associazione LIBER LIBER]
# The Sordid Hystory of UNIX da Unix System Administration Handbook - second
edition, E. Nemeth, G. Snyder, S. Seebass, T.R. Hein, Printice Hall, 1995,
pag. 778
# W. Grotophorst, InfoPop/Windows 1.01, GMUtant Software, email:
wallyg@fen1.gmu.edu, 8/6/93
# Le FAQ di USENET
# FAQ e HOW-TO di Linux
[ Top ]
|