DISCORSO D'APERTURA DELL'ICATA 89 by Lee Felseistein
Lee Felseinstein (Berkeley/USA) è, da lungo tempo, un
attivista tecnologico "di base". E' cofondatore del progetto "Memoria
comunitaria" a Berkeley. E' attualmente in contatto con il Teleport San
Francisco/Mosca, un sistema di rete USA/URSS per costruire in questi due
paesi un sistema informatico mirante allo sviluppo dell'informatica. Ha
elaborato anche il concetto informatico di "Cyberpunk".
Ad Amsterdam, in sede di apertura del congresso, ha dichiarato:
- I tecnologisti operano delle scelte che
pongono dei limiti alle azioni politiche. Questo potere implica una
responsabilità che dobbiamo assolutamente assumere col fine di
includervi tutti i cittadini.
- La gerarchia è un mito estremamente
potente. Nell'età dell'informazione, il capo è colui che controlla le
reti delle informazioni e che esercita quindi la minaccia fisica tramite
interposta persona (la polizia). Nessuna organizzazione funziona secondo
una stretta gerarchia. Quelle che ben funzionano comportano una messa in
moto di reti d'informazione longitudinali e orizzontali attraverso le
quali il necessario passaggio informativo si effettua in maniera
informale.
- Nelle strutture di villaggio, le genti
hanno creato dei luoghi centrali di incontro: l'agorà, dove le
transazioni politiche, commerciali, culturali si fanno in pubblico, dove
esiste un libero campo d'informazione.
- L'urbanizzazione ha distrutto la funzione
dell'agorà chiudendola, privatizzandola e centralizzando la trasmissione
dell'informazione. Cosi' la televisione si diffonde in maniera identica,
in grande quantità, in una sola direzione. Bisogna opporvi una
diffusione non televisizzata: da uno ad uno, nei due sensi, senza
gerarchia di controllo e agire al fine di restaurare una vita in comune:
occupazione degli spazi pubblici, convivialità nelle
strade.
- Per rimpiazzare il mito della struttura
gerarchica, gli attori della tecnologia possono agire per ricostituire
l'agorà e darle dei poteri al fine di ristabilire una comunicazione più
allargata. Ciò che manca è la "funzione rubrica" (chi contattare? quali
partners nella telecomunicazione?). Bisogna sviluppare gli annuari e le
reti.
- Una rete di "rubriche viventi" messa in
evidenza dai computers potrebbe completare il sistema di telecom
esistente: "Un supertesto per dei graffiti", insomma, ottimizzato dalle
entrate dei dati mesi in rete. I sistemi possono essere connessi gli uni
agli altri. Cosi' a Berkeley, si è stabilito un sistema di terminali
pubblici accessibili a non importa chi. Si creerà quindi uno strumento
per la formazione e la rinascita delle comunità comunicanti tra
loro.
Noi tecnici, non possiamo scansare i problemi quando si tratta
di costruire ciò che è considerato come impossibile. Ecco per noi
l'occasione di prenderci le nostre responsabilità, di ragionare con i
valori umani e di trasformare la società.
DICHIARAZIONE FINALE DELL'ICATA
89
Adottata il 4/8/89
In questa dichiarazione programmatica finale, l'intera scena hacker
internazionale ha concordato nell'agosto 1989 su alcuni principi base, al
fine di riaffermare la propria pratica e di spezzare la canea montante
repressiva, in corso contro di essi in quasi tutti i paesi del mondo. E'
interessante notare che la pratica dell'hackeraggio viene letta come
necessaria per infrangere il monopolio statale e delle multinazionali
sull'informazione. Questo dominio, difatti, suona tanto più strano, se
confrontato con l'oggettiva democraticità del mezzo "computer". Noi,
cittadini planetari e partecipanti alla FESTA GALATTICA DEGLI HACKERS e
dell'ICATA 89 ad Amsterdam, abbiamo confrontato, durante tre giorni, le
nostre idee, le nostre esperienze, le nostre speranze e rispettivi scopi
per l'avvenire. Profondamente turbati dalla prospettiva di una tecnologia
dell'informazione e degli attori economici e politici scatenati da essa,
senza controllo democratico né partecipazione popolare efficace, noi
abbiamo risoluto che:
- Lo scambio libero e senza alcun ostacolo dell'informazione sia
un elemento essenziale delle nostre libertà fondamentali e debba essere
sostenuto in ogni circostanza. La tecnologia dell'informazione deve
essere a disposizione di tutti e nessuna considerazione di natura
politica, economica o tecnica debba impedire l'esercizio di questo
diritto.
- Tutta intera la popolazione debba poter controllare, in ogni
momento, i poteri del governo; la tecnologia dell'informazione deve
allargare e non ridurre l'estensione di questo diritto.
- L'informazione appartiene a tutto il mondo, essa è prodotta
per tutto il mondo. Gli informatici, scientifici e tecnici, sono al
servizio di tutti noi. Non bisogna permettere loro di restare una casta
di tecnocrati privilegiati, senza che questi debbano rendere conto a
nessuno del loro operato.
- Il diritto all'informazione si unisce al diritto di scegliere
il vettore di questa informazione. Nessun modello unico di
informatizzazione deve essere imposto a un individuo, una comunità o a
una nazione qualsiasi. In particolare, bisogna resistere alle pressione
esercitata dalle tecnologie "avanzate" ma non convenienti. Al loro
posto, bisogna sviluppare dei metodi e degli equipaggiamenti che
permettano una migliore convivialità, a prezzi e domanda ridotti.
- La nostra preoccupazione più forte è la protezione delle
libertà fondamentali; noi quindi domandiamo che nessuna informazione di
natura privata sia stockata, né ricercata tramite mezzi elettronici
senza accordo esplicito da parte della persona interessata. Il nostro
obiettivo è di rendere liberamente accessibile i dati pubblici,
proteggere senza incertezze i dati privati. Bisogna sviluppare delle
norme in questo senso, insieme agli organismi e alle persone
interessati.
- Ogni informazione non consensuale deve essere bandita dal
campo dell'informatica. Sia i dati che le reti devono avere libertà
d'accesso. La repressione dei pirati deve divenire senza fondamento,
alla maniera dei servizi segreti.
Parallelamente domandiamo che tutte
le legislazioni, in progetto o già in applicazione, rivolte contro i
pirati e che non perseguono scopi criminali o commerciali, siano
ritirati immediatamente.
- L'informatica non deve essere utilizzata dai governi e dalle
grandi imprese per controllare e opprimere tutto il mondo. Al contrario,
essa deve essere utilizzata come puro strumento di emancipazione, di
progresso, di formazione e di piacere. Al contempo, l'influenza delle
istituzioni militari sull'informatica e la scienza in generale deve
cessare.
Bisogna che sia riconosciuto il diritto d'avere delle
connessioni senza alcuna restrizione con tutte le reti e servizi
internazionali di comunicazione di dati, senza interventi e controlli di
qualsiasi sorta. Bisogna stabilire dei tetti di spesa, per paese, per
avere accesso a questi vettori di comunicazione di dati pubblici e
privati. Si deve facilitare quei paesi senza una buona infrastruttura di
telecomunicazione e la loro partecipazione nella struttura
mondiale. Noi ci indirizziamo agli utilizzatori progressisti di
tecnologie di informazione nel mondo affinché socializzino le loro
conoscenze e specializzazioni in questo campo con delle organizzazioni
di base, al fine di rendere possibile uno scambio internazionale e
interdisciplinare di idee e informazioni tramite delle reti
internazionali.
- Ogni informazione è al contempo deformazione. Il diritto
all'informazione è al contempo inseparabilmente legato al diritto alla
deformazione, che appartiene a tutto il mondo. Più si produce
informazione, e più si crea un caos di informazione sfociante sempre più
in rumore. La distruzione dell'informazione come del resto la sua
produzione, è il diritto inalienabile di ognuno.
- Bisognerebbe sovvertire i canali regolamentari e convenzionali
dell'informazione grazie a dei detournaments e dei cambiamenti
surrealisti degli avvenimenti, al fine di produrre del caos, del rumore,
dello spreco i quali, a loro volta, saranno considerati come portatori
di informazione.
- La libertà di stampa deve applicarsi anche alle pubblicazioni
tecno-anarchiche, che appaiono in giro, per reclamare la liberazione dei
popoli, la fine delle tirannie della macchina e del sistema sugli
uomini.
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