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CONVERSAZIONE SULL'HACKTIVISMO di Ricardo Dominguez

Borderhack 2.0 (2000) - http://www.de-lete.tv/borderhack/attachment (testo integrale - full text)

"Ufficiali dell'esercito hanno predetto che le guerre del futuro saranno guerre multidimensionali e di informazione, nelle cui battaglie probabilmente non sarà possibile differenziare l'avanguardia dalla retroguardia; inoltre hanno predetto che non saranno lineari, ma disperse e distanti fra di loro. Questo vuol dire che la vittoria o la sconfitta nelle guerre future dipenderà tanto dalla più recente tecnologia militare quanto dal potere sull'informazione" --Documento sulla Principale Politica di Difesa (visione a 15 anni per la Difesa Nazionale della Corea del Sud, 1999)

...

"Abbiamo visto che il nostro silenzio è stato spada e scudo che ha ferito e danneggiato chi la guerra la vuole e la impone. Abbiamo visto che il nostro silenzio ha fatto scivolare continuamente un potere che simula la pace e il buon governo, e abbiamo visto che la sua poderosa macchina di morte continuamente si è scontrata contro il silenzioso muro della nostra resistenza. Abbiamo visto che a ogni nuovo attacco guadagnava meno e perdeva di più. Abbiamo visto che senza lottare lottavamo" Quinta Dichiarazione della Selva Lacandona, (Esercito Zapatista, 1999).

 

Comunicati dal futuro. Una conversazione sull'hacktivismo.

Con Quasi Io, Quasi Non Io e Quasi Altro Io.

 

Quasi Non Io: A me l'hacktivismo interessa come una forma di "inter-hacktività", un tipo di attivismo focalizzato sulle infrastrutture tecniche, con l'intenzione di penetrare nei gruppi sociali associati a quelle infrastrutture. Al centro di questo interesse si trova la sfida di resistere alle forme emergenti di potere "per-formatico", un potere tanto flessibile da essere in grado di adottare e spingere verso la diversità, la creatività e la trasgressione. Per chi è coinvolto nella critica e l'attivismo sociali, è come se il bordo del precipizio critico su cui ci siamo fermati sia diventato sempre più stretto, finchè l'unica opzione che ci rimane è un certo salto. -- e qui che la nozione di "linea di volo" di Deleuze e Guattari ritorna a essere cruciale.

Quasi Io: Io ho sempre tentato di infilare l'aspetto organico all'interno delle infrastrutture tecniche come parte di una nuova matrice performativa. L'obiettivo è sedurre la classe che detiene il potere sulla tecnica, specificamente gli hackers e gli amministratori di sistema, verso una politica del codice di programmazione che sia più in là del codice stesso. Attraverso lo Zapatismo digitale, il "Teatro del Disturbo Elettronico" (Electronic Disturbance Theater, EDT) ha continuato a promuovere la possibilità di realizzare un gioco di specchi fra l'attivismo di strada e la struttura del codice di programmazione. Lo zapatismo digitale è un'azione elettronica che trasferisce l'ontologia delle reti da sistemi di spazio binario di archivio e comunicazione a una zona di choc per realizzare in rete un'azione diretta, di massa e senza violenza. Questo ha permesso al TDE (EDT) di creare un dialogo fra i diversi abitanti de la rete (Internet), hackers, attivisti e artisti, verso un'attività performatica non digitalmente corretta: Hacktivismo.

Quasi Non Io: Stabilire connessioni fra discipline diverse è fondamentale, e mi sembra che la parola "performance" sia l'etichetta per farlo, anche se il sentiero è un po' accidentato.

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Per le arti e le scienze umane, "performance" suggerisce nozioni di resistenza ed efficacia sociale; nelle organizzazioni post-fordiste è cominciato un culto della "peak performance" (massimo rendimento), enfatizzando l'efficacia-attraverso-la-creatività; e all'interno della scienza e della tecnologia, l'"high performance" (alto rendimento) come concetto e come valore contribuì a dare impulso all'era spaziale e ora promuove il successo dei computer che hanno una "performance" di un trillione di operazioni al secondo (teraops). Bisogna ricordare che negli ultimi due decenni queste sfere di "performance" culturali, organizzative e tecnologiche hanno cominciato a mescolarsi, generando crescenti contatti e conflitti e stabilendo a loro volta compromessi "soddisfacenti". Secondo me questa mescolanza annuncia la definitiva apparizione della performance come strato culturale, una formazione onto-storica di potere/sapere che spiazza i meccanismi disciplinari analizzati da Foucault. Paradossalmente, le regole del potere performativo richiedono la trasgressione dei limiti del sistema che lo implementa allo scopo di misurare tali limiti, "mettere alla prova" il proprio ambiente, e innovare costantemente.

[ ... ]

Quasi Io: Questa rapida "diversità nell'integrazione" (quello che io chiamo la MARAÑA [il GROVIGLIO]) è stata perturbata in un momento cruciale e in un punto debole. E' stata messa di fronte all'hacktivismo, un'attività performativa a bassa fedeltà, che si manifesta in tre modi differenti: fisico, sintattico e semantico.

L'infrastruttura fisica della "tecnosfera" è instabile in vari punti e si può creare confusione attraverso Distributed Denials of Service [fenomeno distribuito di risposte di errore da parte di un server Web]. I server di MSN (Microsoft) furono bloccati da una di queste azioni e messi fuori servizio per diversi giorni alla fine di gennaio 2001. In modo da capovolgere i problemi e le provocazioni relativi alla "performance" ad alta fedeltà semplicemente mettendo fuori servizio la tecnologia che vi è incorporata o impadronendosi del controllo delle directory di un sistema, o ancora modificando l'interfaccia del sistema con una dichiarazione o un testo qualsiasi. Come si può vedere, questo tipo di performance fisica è in stretta relazione con quello che si conosce ora come "hacking" tradizionale, o in un senso più specifico "cracking".

L'Hacktivismo, d'altro lato, può ridirezionare sistemi ad alto rendimento (high performance) manipolando la struttura sintattica del codice e invertendo la logica del sistema facendolo funzionare in un modo per cui non era stato progettato. Il "FloodNet Zapatista" (uno strumento per realizzare sit-in virtuali creato da Brett Stalbaum e Carmin Karasic, membri dell'EDT) utilizzò la logica con cui la rete restituisce all'utente file 404 (File non trovato). Durante le nostre azioni elettroniche del 1998, inviava ai server del governo messicano domande politiche come: esiste giustizia.html su questo server? Il server del governo messicano allora rispondeva: "Non è stato trovato su questo server." In questo caso la logica del sistema fu usata per generare una contro-critica all'interno del circuito di funzioni operative di "alta performance" [="high performance", ndt.], che serviva anche come riflesso delle condizioni politiche reali in Chiapas (Messico).

E infine arriviamo al livello semantico della resistenza elettronica. Il livello semantico è quello in cui l'hacktivismo e la sua bassa fedeltà [="low-fi" ndt.] hanno dimostrato di essere validi strumenti per combattere nei momenti cruciali o nei punti deboli della MARAÑA ["groviglio"]. La resistenza semantica (o InfoWar) è lo strumento che gli Zapatisti hanno usato dal primo di gennaio del 1994. Le reti Zapatiste spiazzarono la struttura ad "alta fedeltà e performance di livello superiore" del TLC (Trattato del Libero Commercio, NAFTA), rispondendo alla sua agenda neo-liberalistica con interventi poetici. Di per sè queste azioni sovvertono la logica guerrigliera e vanno contro i limiti della InfoGuerra con la InfoPace.

La Semantica qui si riferisce all'atto di cambiare parole come Pace e Guerra, il che mette la rete sociale alla testa di un livello globale usando lo strumento relativamente semplice della posta elettronica. Che continua a essere lo strumento principale dell'hacktivismo. Per il TDE (EDT) la performance contro la MARAÑA è consistita nell'inciampare nelle sue traiettorie sintattiche e semantiche per creare un effetto massiccio di simulazione nello spazio fisico della rete, che potesse entrare in risonanza con un un effetto reale nelle strade di tutto il mondo.

Quasi Altro Io: Vi racconto una piccola storia. "El Pedrito (tojolabal, due anni e mezzo, è nato nel primo anno Intergalattico) gioca con una piccola macchinina senza ruote e carrozzeria. In realtà, a me sembra che quello con cui sta giocando Pedrito sia un pezzo di quel legno che qui chiamano "di sughero", però mi ha detto molto deciso che è una macchinina e che va a Margaritas a tirar su passeggeri. E' una mattina grigia e fredda di gennaio e siamo di passaggio in questo paese che oggi sceglierà i delegati (un uomo e una donna) che manderà alla consulta del 21 marzo. Il paese è in assemblea quando un aereo modello Commander, blu e giallo, della Fuerza de Tarea Arcoiris dell'Esercito e un elicottero colorato della Forza Aerea Messicana iniziano una serie di voli radenti sopra la comunità. L'assemblea non s'interrompe, semplicemente quelli che parlano aumentano il volume della voce.

El Pedrito si stufa di aver sopra di sé gli aeroplani armati e va feroce a prendere un bastone dietro la sua capanna. Con il pezzo di legno el Pedrito esce di casa e dichiara arrabbiato che "lo colpisco l'aereo perché dà molto fastidio". Io sorrido di fronte all'ingenuità del bambino. L'aereo fa un passaggio sopra il tetto della capanna del Pedrito e lui solleva il bastone e lo agita con furia di fronte all'aeroplano da guerra. L'aereo allora devia la rotta e si allontana rombando verso la base. El Pedrito dice "Ecco" e ritorna a giocare con il suo pezzo di sughero - scusate, con la sua macchinina.
La Mar e io guardiamo in silenzio. Lentamente ci avviciniamo al bastone che el Pedrito lanciò via e lo sollevammo con attenzione. Lo analizzo con cura.
"E' un bastone", dico.
"Già", dice La Mar.

Senza dire altro lo prendiamo. Uscendo ci imbattiamo in Tacho. "E questo?", chiede indicando il bastone che stiamo portando via al Pedrito. "Tecnologia maya", risponde La Mar. In alto un cielo improvvisamente rischiarato brilla dorato con nuvole come marzapane. (Sopra l'elicottero è un inutile avvoltoio di latta.)

Quasi Non Io: Forse questa distinzione fra una performance di "alta" e di "bassa" fedeltà può essere fatta anche in termini di performance maggiore e minore, una distinzione che faccio basandomi sui concetti di D&G (Deleuze e Guattari), che definiscono le forme dell'arte e della scienza come maggiori e/o dominanti, e come minori i processi di resistenza della ricerca e della sperimentazione. La chiave qui non è nell'opposizione fra processi maggiori e minori, ma in quel nodo nella trama strutturale in cui si trovano le performance "minori" all'interno di performance "maggiori". Mi sembra che tutti gli interventi fisici, sintattici e semantici a bassa fedeltà che hai appena finito di descrivere si compiano all'interno di reti di performance "maggiori" e ad alta fedeltà; e che di fatto devono avvenire dentro queste reti per poter produrre gli effetti desiderati di de-stratificazione e resistenza.

[...]

La performance minore opera attraverso questi tre livelli [della pratica-discorso individuale, dei sistemi socio-tecnici e del livello onto-storico della definizione di una società su lunghi periodi di tempo, ndt.] per de-stratificare le forme e le funzioni della performatività maggiore. Passare dalle pratiche-discorso ai sistemi socio-tecnici non solo richiede sperimentazione formale e concettuale, ma anche implica la formazione di alleanze a breve termine fra diversi gruppi e istituzioni, per la qual cosa la collaborazione inter-disciplinare ed extra-disciplinare diventa essenziale (un esempio sarebbe l'EDT e la sua rete di hacker, attivisti e artisti che lavorano in Internet). Passare allo strato onto-storico implica non solo la necessità di situare in relazione al passato le formazioni del sapere e i meccanismi del potere contemporaneo. Ma richiede anche la capacità di intercettare i riferimenti della stratificazione futura, per poterli così anticipare e per provare quelli che saranno i futuri modi di de-stratificazione. Per me, quello che è più rilevante nella tecnologia del FloodNet dell'EDT non è il messaggio, ma la sua capacità di agire come un nuovo tipo di macchina da scrivere. Una che letteralmente scrive il futuro.

Quasi Io: Inoltre, si potrebbe dire che il FloodNet Zapatista è un supporto che non solo sta intercettando i riferimenti per il futuro, ma sta anche riavvolgendo il destino nano-festo imposto dalla sfida tecnologica. Questo si compie semplicemente testimoniando le falle strutturali del presente.

[ ... ]

Però, una delle mie preoccupazioni principali per quello che succede con questa volontà di agire e rappresentare durante il processo di elevazione verso i nuovi spazi di alta tecnologia e alto rendimento - in cui le macchine e il codice di programmazione si convertono in centro dello spettacolo -, questa mia preoccupazione è che [...] dimentichiamo che le macchine che usiamo sono state costruite e assemblate da bambine di 13 o 14 anni che lavorano 12 o più ore al giorno nelle zone di confine della nuova economia. Queste bambine si stanno convertendo nella forza che spinge sostiene il cammino verso l'alto rendimento e la maggiore performance.

[ ... ]

Quasi Non Io: E' molto tempo che i giovani, i vecchi, i poveri e i marginali sono carne da cannone per quelli che prendono le decisioni relative alla performance "maggiore". E ovviamente non è solo la gente del Chiapas, ma in tutto il mondo, regione per regione, comunità per comunità, etnia per etnia. In varie forme, i più poveri sono i corpi più "puri" all'interno del ciberspazio. Non avendo accesso né diritto alle soddisfazioni più basilari in questo secolo che comincia, implicitamente gli si nega il diritto a telecomunicarsi. E allora esistono unicamente come informazione demografica e non come soggetti o agenti politici. Disconosciuti e tuttavia conosciuti, sono analizzati e processati frequentemente, e regolarmente i governi, le grandi aziende e le Organizzazioni Non Governative prendono decisioni sul loro benessere O CON RESPECTO A SU BIENESTAR O PREJUICIO????. Apparentemente questa digitalizzazione dei corpi si è trasformata in una condizione globale. Dopo tutto, chi può sfuggire completamente a questo nano-destino?

[... ]

Dal mio punto di vista, le aree critiche di questo strato della performance non solo i margini e le zone di confine: io includerei anche la nuova mobilità sia dell'amministrazione sia dei suoi centri di controllo. Di fatto, le aree critiche sono i percorsi che collegano i margini con i centri, le richieste con i codici. Da qui il mio interesse per la forma con cui gli amministratori della performance "di alto livello" hanno cominciato a esaminare l'arte e la cultura alla ricerca di modelli creativi e di diversità. E al contrario il modo in cui gli artisti e gli attivisti imitano pratiche industriali di produzione e organizzazione. Entrambi i processi sono allo stesso tempo na forma di perturbazione e di compromesso, e spesso la tecnologia globale dell'informazione è su entrambi i fronti e allo stesso tempo il mezzo e la giustificazione per questi "prestiti". Quello che diventa nuovo in questo scenario è la "macchina da scrivere" di cui parlavo, il "riavvolgi" e l'"avanti veloce" di ogni tipo di valori di scambio, il playback di organizzazione e creatività, controllo e resistenza, convergenza e esplosione.
-Questo è quello che non avevamo mai sperimentato prima.

Quasi Io: Secondo me questo processo di imitazione fra efficienza tecnica superiore e inferiore si compie dall'alto verso il basso, contraddicendo la condizione gerarchica del "mirare verso l'alto". Scrittori come David Rondfelt e David Arquilla nei libri "Athena's Camp" e "Zapatistas and Social Netwar" arrivano alla conclusione che le gerarchie della rete non funzionano quando si scontrano con l'asincronia tattica della "guerra delle pulci" e/o la "guerra dello sciame", e per tanto la stessa MARAÑA [il GROVIGLIO del potere] deve imparare a funzionare come una serie di micro-reti...

La MARAÑA è costretta a decentralizzarsi e imitare quelli che stanno più in basso. La Forza Aerea deve rinunciare alla propria identità, proprio come l'Esercito e la Marina; devono convertirsi in qualcosa di cui non si sia mai sentito parlare prima: Organismi acefali. Ed è qualcosa che loro rifiutano di fare. Alla fine sostengono che questo è impossibile e cominciano a cercare stati ibridi di decentralizzazione che siano contemporaneamente controllati dall'alto ma con il potere dal basso, strutture di potere dure ma morbide, crude ma ben cotte. Questa traiettoria verso lo stato ibrido imita il modello ad alta fedeltà e alto rendimento molto di più di quanto non lo faccia l'idea dello SCIAME [in inglese "swarm"]. Lo SCIAME impiega il suo tempo inventando tattiche semplici anzichè imitare tecniche avanzate e complicate. Lo SCIAME preferisce specchiare anzichè imitare.

Mi ricordo degli artisti di Borde/Arte [composto di 'bordear' e 'arte': inspagnolo 'bordear' = costeggiare, circondare, seguire la linea di confine, ndt.] a metà degli anni '80 e di un'azione che fecero contro un gruppo di danarose comunità anti-immigrati illegali che erano guidate da uno speaker radiofonico tipo Rush Limbaugh. I membri di queste comunità si riunivano con le loro Mercedes-Benz sul lato statunitense della frontiera e accendevano i fari delle loro auto perché la polizia di frontiera potessero vedere la gente che cercava di attraversare il confine. Quello che fecero allora gli artisti di Borde/Arte fu collocare enormi specchi e materiali riflettenti sul lato messicano della frontiera. Quando la gente delle ricche comunità accese i fari delle sue auto, furono raggiunti e accecati dal riflesso delle loro stesse luci. Qualche giorno dopo l'esercito delle Mercedes Benz abbandonò le sue attività di controllo frontaliero. Per me questo è simile a quanto è successo nella Toywar [www.toywar.com].

La situazione di un gruppo di "pulci" che attaccano individualmente in un équipe di specchio riflettente digitale fu l'elemento più importante per il funzionamento della Toywar. C'era un certo numero di cellule, ognuna impegnata in una traiettoria differente verso lo stesso obiettivo, che era la distruzione di eToys.com (che, a proposito, incontrarono la "morte punto com" un paio di mesi fa [ma sono rinati alla fine del 2001 quando un'altra corporation ha comprato tutti i diritti sul marchio, ndt.]).
Confrontando quello che stava dicendo e facendo etoy.com (il gruppo di arte attraverso Internet) con quello che stava dicendo e facendo RTMark, ci si rende conto che avevano punti di vista completamente diversi su quello che si doveva fare per raggiungere l'obiettivo. Due tecniche di micro-amministrazione distinte. E ancora c'erano vari altri individui e gruppi che facevano psy-ops (operazioni psicologiche) in Borsa. The Thing (La Cosa [www.thing.net]) ha tenuto l'organizzazione di Toywar. EDT teneva in funzione vari portali per scioperi virtuali in rete. L'insieme di tutte queste tattiche ebbero come risultato uno SCIAME. Le azioni contro eToys.com non avevano un un gruppo di "direzione generale" che coordinasse l'attività di tutti i partecipanti.

[... ]

Riassumendo, io non farei distinzioni fra performance normativa e performance di resistenza basandomi sulle tattiche o modelli di organizzazione, la differenza dovrebbe essere stabilita in termini di risorse e in base ai valori performativi che guidano tali tattiche o modelli; valori come l'efficienza dell'organizzazione, efficacia tecnica ed efficacia culturale. Però è troppo semplice dire per esempio che le imprese multinazionali basano le proprie azioni puramente su considerazioni sull'efficienza, mentre gli attivisti si basano sull'efficacia culturale. Più che altro, si tratta di mescolanze ed equilibri differenti. Tutte o quasi tutte le multinazionali tengono in considerazione l'efficacia culturale - per quel che riguarda la formazione di personale amministrativo e forza-lavoro -, l'apertura di mercati "glocalizzati" e/o il mantenimento di marche e culture aziendali. Inoltre, come si diceva, l'industria ha concentrato la propria attenzione in direzione delle arti alla ricerca di nuovi modelli amministrativi, allo stesso modo in cui il Taylorismo concentrò questa ricerca sulla scienza del secolo passato.

D'altro canto, nonostante l'efficacia culturale sia il nucleo dell'attivismo sociale, nessun gruppo attivista desidera essere tecnicamente inefficace ne' organizzativamente inefficace. Il modo in cui si mescolano questi valori nei due casi è molto differente, e questo è quello che conta. Per metterlo in modo molto schematico, possiamo dire che: le multinazionali sottomettono l'efficacia alla prova dell'efficienza, mentre per i gruppi attivisti l'efficienza sta al servizio dell'efficacia. Le tattiche e i modelli di organizzazione allora si intravvedono dietro queste differenti scale di valori.

Quasi Io: Vedo come gli strati di cui stai parlando si rimandino gli uni agli altri e come ci siano riferimenti interni ed esterni fra di loro. Mi rendo anche conto che questi legami creino dei pericoli e delle opportunità su entrambi i lati dello spettro. Effettivamente l'EDT ha sperimentato un processo di simulazione dei "test di efficienza" come modello utile per il futuro attivismo.

...

Però quello che facciamo noi è simulare i "test di efficienza" stabiliti dagli Zapatisti, prima che i modelli "glocalizzati" creati dalla cultura trans-aziendale. L'EDT cerca di imitare gli aerei di carta della Forza Aerea Zapatista e non il modello usato da Starbucks per colonizzare i quartieri [delle città americane]. Nonostante tutto, credo che noi due siamo d'accordo sul fatto che dobbiamo investigare il gradino critico aperto da questa nuova matrice performativa, o altrimenti corriamo il rischio di perderci lo sviluppo verso "un mondo che renderà possibili tutti gli altri mondi", come cantano regolarmente gli Zapatisti.

Quasi Non Io: Questa è una canzone che suona particolarmente bene

- E dimmi, naso di carota bozzata, che stai facendo?
- Il Grande Naso: "Devo mandare un messaggio sull'Hacktivismo a Ricardo, a New York."
- Bene, in un certo senso, questo è un lavoro per Durito l'indistruttibile. Ti detterò un racconto, mandalo e diventerà la delizia di grandi e piccoli.
- Ma Durito... - provai a protestare.
- Non ci sono 'ma' che valgano. Scrivi: Il racconto della macchinina ammaccata.
- C'era una volta un'automobilina CUERDA???a corda che non aveva più corda. Cioè che funzionava ma nessuno le dava la carica. E nessuno le dava la carica perché era un'automobilina vecchia, tutta ammaccata, le mancava una ruota e quando funzionava non faceva altro che continuare a girare. I bambini non ci facevano troppo caso perché erano presi in quella cosa dei transfomers e pokemon e cavalieri dello zodiaco e altre cose.

Allora l'automobilina ammaccata a corda non aveva nessuno che le desse la carica. Ma poi nella grande città se ne andò la luce perché chi comandava privatizzò l'industria elettrica e i ricchi portarono la luce in altri paesi e i transformer e i pokemon e i cavalieri dello zodiaco avevano smesso di andare. Allora l'automobilina ammaccata disse "io ho la corda ma nessuno mi dà la carica" e un bambino la sentì e le diede corda e l'automobilina cominciò a girare e girare e il bambino disse "E adesso?" Non così, disse l'automobilina, mettimi a testa in giù. Così fece il bambino e chiese "E adesso?" Metti una cinghia con quel motore che sta lì e così fece il bambino e l'automobilina allora disse dammi la carica e vedrai che si genererà luce e sì, così fece il bambino che comincio ad esserci di nuovo luce. E questo si ripetè in tutte le case in cui c'era un'automobilina a corda ammaccata e dove non ce l'avevano rimasero senza luce. Alla fine l'autmobilina disse: così bisogna fare, mettere le cose a testa in giù perché il mondo ritorni ad avere la luce.

Tan-tan.

Morale: meglio non lasciare che si privatizzi l'industria elettrica perché.. com'è che non abbiamo tutti un'automobilina a corda ammaccata?

Dalla colonia Isidro Fabela.
Don Durito de la Lacandona. (batterie comprese)
México, Marzo del 2001.


Versione integrale / full text:
http://www.de-lete.tv/borderhack/attachment/
© dell'autore - Traduzioni italiane No© d-i-n-a.net 2002 (l'uso non commerciale delle traduzioni è consentito riportando integralmente questa dicitura - per informazioni contatta dina [at] d-i-n-a.net)

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