HO VIOLATO I SEGRETI DI PENTAGONO E CREMLINO, MI SENTIVO ONNIPOTENTE by Alessandra Farkas
da Il Corriere della Sera del 10.02.00
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — «Il computer? Una
droga. Il terrorismo cibernetico? Un modo puerile per
sentirsi dei, onnipresenti e insieme imprendibili». Parla
Robert Masse, 25 anni, uno degli ex hacker più celebri del
Nord America che oggi, come tanti pentiti, ha posto la sua
ossessione informatica al servizio della comunità. «Lavoro
per un network internazionale con base a Montreal —
racconta — il nostro compito è prevenire assalti
elettronici su Internet come quelli di questi giorni. Dieci
anni fa, ero convinto che l'hacking fosse un crimine
innocuo e senza vittime — spiega —, entravo e uscivo dai
siti governativi e di grandi corporation. Mi divertivo un
mondo». La sua passione comincia a 5 anni, quando il
padre torna a casa con un Apple II Plus. «A 9 anni avevo
già contattato il network di geni informatici riuniti a New
York per condividere informazioni su come attaccare i siti
federali. A 12 anni ero capace, da solo, di accedere col
computer a qualsiasi linea di telesezione. A 13 di
collegarmi ai test della Nasa». La spinta? «Curiosità.
Riuscire a entrare nelle stanze top segret di Pentagono e
Cremlino, dove solo un numero ristrettissimo di grandi può
accedere, ti dà un senso di potenza infinito». Il giochetto
finisce per costare miliardi. «Allora non me ne rendevo
conto. Pensavo che le compagnie avessero tutte un sacco di
soldi. Solo più tardi ho capito che avrei potuto ridurne
alcune alla bancarotta». A tradirlo, come succede spesso
agli hackers (che dopo la malefatta corrono a vantarsene
nelle chat rooms di Internet), è il desiderio di
attenzione. «Mi ero lasciato alle spalle
un’interminabile scia di indizi», precisa Masse. E così,
una mattina di 11 anni fa, mentre esce dal bagno della casa
di famiglia, la polizia ferma suo padre, sospettato di
spiare per i russi. «A quei tempi, c'era ancora la Guerra
Fredda e le telecomunicazioni erano monitorizzate. Quando
un punto in Canada ha preso a collegarsi con un altro in
Unione Sovietica, l'allarme dei servizi ha preso a
suonare». Solo dopo una lunga ed estenuante indagine
suo padre è stato scagionato — è morto di cancro due anni
fa —, mentre il figlio è riuscito a evitare il carcere
impegnandosi a mettere il proprio genio informatico al
servizio della crociata contro gli hackers come lui.
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