RESOCONTO HACKER ART LAB by Tatiana Bazzichelli [T_Bazz]
11 novembre 2000,
Perugia - Rocca Paolina
Con un po’ di ritardo dovuto ai tempi di elaborazione delle informazioni,
penso sia utile per chi non c’era (ma anche per chi c’era), leggere
un resoconto dell’HACKER ART LAB organizzato dalla sottoscritta
all’interno della Mostra internazionale di cinema Batik (a cura
degli Zero in Condotta). L’HACKER ART LAB va inteso come naturale
conseguenza del dibattito sull’hacker art tenutosi nel giugno scorso
presso l’hackmeeting del Forte Prenestino a Roma, raccogliendo la
proposta di Tommaso Tozzi di dare vita a incontri periodici di discussione
sul tema hacker-artistico (gli "hacker art lab", appunto).
Per ricordare tematiche e calendario degli interventi dell’HACKER
ART LAB di Perugia, consiglio gli URL:
http://www.lacritica.net/notes.htm
e
http://www.romastyle.net
nella sezione archivio.reviews "hacker art lab" (in cui
si trova anche il resoconto dei singoli interventi). Il dibattito
ha permesso di costruire una panoramica che va dalle sperimentazioni
video degli anni ’70 fino alle odierne creazioni artistiche sul
web, concentrando l’attenzione sulla possibilità di produrre
relazione attraverso l’arte.
Il filo rosso che ha unito un certo tipo di sperimentazione artistica
è stato infatti il concepire l’arte come processo collettivo
e autogestito, come scambio di informazione interpersonale e produzione
di comunità. Un’arte quindi che permetta al tradizionale
pubblico di non essere più semplice spettatore, ma di poter
partecipare alla creazione stessa di un processo. Processo innescato
dall’autore, ma capace poi di trasformarsi in un’opera aperta, "come
una banca dati aggiornata in continuazione". Uno degli interrogativi
principali è stato: "l’arte in Rete attuale (o se vogliamo
la .net art), è in grado di produrre comunità come
si cercava di realizzare ai tempi delle BBS e subito oltre?"
Oppure: "Conseguentemente al dilagare della New Economy e di
ingenti investimenti nell’ambito della produzione immateriale, quali
sono le risposte apportate dall’arte on line?"
Alcuni interventi hanno messo in luce una duplice tendenza in
Rete a partire dal 1994: in primo luogo la disseminazione della
soggettività (anonimato, perdita d’identità anagrafica,
creazione di organismi collettivi) e, in secondo luogo, la ricerca
dell’identità autoriale (creazione di siti web-vetrina in
cui esporre i propri lavori artistici e magari metterli all’asta).
Il secondo filone può essere sicuramente assimilato al concetto
di "art on the net", il primo a quello di ".net art"
(ricordando il dibattito su questi temi avvenuto nel 1997 in Nettime).
"Art on the net", come trasposizione in Rete delle proprie
creazioni, senza valorizzare le caratteristiche intrinseche del
mezzo (il "fare network"); ".net art", come
operazione processuale capace di innescare circuiti di scambio e
produzione culturale collettiva, esemplificazione del concetto di
network. Nel primo caso si produce una vendita di oggetti vicina
ai meccanismi propri del tradizionale Sistema dell’arte; nel secondo
caso, si produce reazione e partecipazione, dando vita a processi
collettivi e cooperativi. In questo senso è stata considerata
.net art "tutto ciò che non può essere trasferito
su un altro supporto che non sia la Rete e che non sfrutti le potenzialità
manipolatorie, processuali e rizomatiche del mezzo stesso".
E’ emerso quindi che anche il sistema operativo Linux può
considerarsi come un’opera di .net art: "Linux, offerto gratuitamente
in Rete e liberamente accessibile, può essere modificato
da chiunque accedendo alla sorgente del sistema operativo, e tali
cambiamenti, possono essere messi a disposizione di tutti proprio
attraverso la Rete, dando vita ad un processo collettivo in corso".
Dagli interventi è emersa quindi la necessità di
un "fare arte" che coinvolga direttamente il pubblico,
permettendo agli "spettatori" di divenire parte attiva
di un’oper-azione (al riguardo sono stati apportati vari esempi
di pratiche artistiche in Rete, basate sul "gioco identitario",
sulla "manipolazione dei flussi informativi", sull’"estetica
del macchinico" in cui uomini e macchine sono messi in relazione
nel processo creativo). Per valorizzare le caratteristiche aperte
e processuali del mezzo, è necessario portare avanti una
costante battaglia sul diritto alla libera circolazione dei saperi
in Rete, garantendo l’accessibilità universale all’informazione
stessa. Poter acquisire l’adeguata visibilità in Rete, affermare
il proprio diritto a pubblicare e diffondere liberamente ogni tipo
di informazione, far sentire la propria voce anche attraverso un
Netstrike, sono alcuni degli obiettivi principali emersi nell’HACKER
ART LAB.
L’ansia di regolamentazione e il pesante controllo preventivo
sui contenuti pubblicati in Internet messi in luce da recenti episodi
di censura da parte delle istituzioni comunali, si dimostrano unicamente
grossi ostacoli per la creazione di processi e prodotti artistici
e culturali e per la libera circolazione dei saperi, fonte di crescita
collettiva.
Ringrazio infine tutti coloro che hanno parlato ed ascoltato durante
l’HACKER ART LAB e gli Zero in Condotta che hanno messo a disposizione
spazi e attrezzature. Spero infine che seguiranno altri HACKER ART
LAB per continuare a discutere e riflettere su queste tematiche,
sia fuori che dentro la Rete.
Saluti
Tatiana Bazzichelli (T_Bazz)
t.bazzichelli@mclink.it