Trafiletto scritto nell'Aprile 1998
Io sono un hacker. Faccio l'hacker di professione, anche se sui
documenti c'è scritto "ingegnere". Chi va a guardare sul
dizionario penserà che io sia un pirata informatico ma non e'
vero; questo uso del termine è una degenerazione del
significato originale, introdotta da alcuni giornalisti d'oltre oceano
e importata successivamente in Europa. L'hacker, nel senso originale
del termine, è un utente di computer che scrive programmi o
crea circuiti per risolvere problemi sempre nuovi; è quello che
alla richiesta sulla possibilità di svolgere un particolare
compito con un computer risponde andando alla tastiera o al saldatore
per realizzare in breve tempo un prototipo della soluziona al problema
posto.
Come tutti gli appassionati di un particolare settore l'hacker
cerca di condividere le proprie scoperte e le proprie idee con altri
appassionati e con chiunque sia interessato al suo lavoro, per
ottenere risultati sempre più interessanti e per evitare di
"reinventare la ruota". La comunità hacker è molto
attiva in rete e un enorme numero di idee e di programmi che sono
usati in tutto il mondo sono frutto del lavoro degli hacker: i primi
calcolatori personali, le prime versioni di Unix, l'intero sistema
Linux e la stessa Internet non sarebbero mai nati senza il lavoro
appassionato di gruppi di utenti che riunivano il gioco e la
creatività nella creazione di nuovi programmi utili. Per
quanto riguarda Internet, tutti i protocolli usati, compreso
l'onnipresente HTTP, sono frutto del lavoro corale di individui e
gruppi di ricerca: chiunque ha le capacità di farlo può
contribuire ad un lavoro di programmazione. I membri dei gruppi
più ufficiali, come il CERN (promotore iniziale di HTTP), forse
si considerano più "ricercatori" che "hacker", ma tutti gli
appassionati che hanno contribuito a questi progetti spesso sono solo
persone che seguono le novità da casa o studenti che
contribuiscono usufruendo dei laboratori universitari. In effetti, la
differenza tra "ricercatore" ed "hacker" è abbastanza sottile,
ed è difficile che un programmatore si definisca "hacker" in
prima persona: "hacker", come "guru" (grande esperto), è un
titolo con cui si viene chiamati, mentre è immodesto usarlo
riferito a se stessi.
Al nostro modo creativo ed efficace di fare le cose, purtroppo,
fanno fronte i grossi colossi commerciali che tendono a denigrare il
nostro lavoro e le nostre innovazioni, spesso riscoprendo nostre
vecchie idee dopo anni e spacciandole per innovative. I file con i
nomi lunghi e la protezione dei dati personali, per esempio, noi li
abbiamo dagli anni '70.
Un simpatico libro che racconta dei primi hacker è
"Hackers", di Steven Levy, recentemente tradotto in italiano; altre
informazioni riguardo all'"etica hacker" e al lavoro degli hacker si
possono trovare sulla rete: per esempio "How to Become a Hacker" (come
diventare hacker) e "A Brief History of Hackerdom" (una breve storia
dell'"hackerismo") sono due interessanti documenti raggiungibili dalla
pagina di Eric Raymond (http://www.tuxedo.org/~esr).
La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua
integrità sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che
questa nota sia riprodotta.
Stesura originale: Aprile 1998
Ultime modifiche (solo di presentazione): 14 Giugno 2001
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