COPYZERO: ALL RIGHTS DIGITALIZED
di Maria Molinari
Il Movimento Costozero è un'associazione senza fini di lucro che si batte per la gratuità del diritto alla comunicazione, considerata fonte di reale sviluppo. Sostiene l'informazione gratuita e l'accesso gratuito ai mezzi di informazione, la diffusione dell'open content e l'adozione del software libero nella pubblica amministrazione, nelle aziende, nelle associazioni, nelle scuole, nelle università e nella ricerca scientifica. Tra i vari progetti concreti e servizi promossi e offerti dal movimento - un elenco è nella sezione Proposte e Servizi del sito www.costozero.org -, vi è Copyzero, un modo per tutelare il diritto d'autore (copyright) e soprattutto il permesso d'autore (copyleft) a costo zero.
Il diritto d'autore (in Italia regolamentato dalla legge 22 aprile 1941, n. 633) comprende i diritti morali, cioè il diritto alla paternità e all'integrità dell'opera e il diritto al suo ritiro dal commercio, e i diritti patrimoniali, come il diritto allo sfruttamento economico dell'opera, il diritto di pubblicarla, riprodurla, distribuirla, modificarla. I diritti morali sono inalienabili, imprescrittibili e irrinunciabili, restano cioè sempre dell'autore, quelli patrimoniali possono essere anche ceduti, ad esempio a una casa editrice, in cambio di denaro. Molti, purtroppo, pensano, erroneamente, che tali diritti siano riconosciuti a un autore solo se è iscritto o se ha depositato la propria opera alla Siae, alla società italiana degli autori ed editori. Il diritto d'autore, invece, è automaticamente applicato all'opera all'atto della sua creazione senza che sia necessario eseguire alcuna formalità amministrativa, iscriversi a nessuna associazione, o ricorrere a nessun tipo di registrazione.
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Chiarito questo, è ovvio che l'autore debba fornire, se vuole tutelarsi a tutti gli effetti, una prova legale della paternità dell'opera e della sua esistenza ad una data certa, specie in caso di contesa giuridica. Alcuni si rivolgono alla Siae anche per questo motivo, ma in molti casi potrebbero farne a meno. La Siae si occupa per lo più della protezione e dell'esercizio dei diritti d'autore, cioè della concessione di licenze e autorizzazioni per lo sfruttamento economico delle opere, dell'incasso dei proventi e della loro ripartizione. “ Se sei nel mercato – ci spiega Nicola A. Grossi, Presidente di Movimento Costozero - la Siae ti può servire (è una sorta di partner commerciale), se non ci sei, non è necessaria. Il fatto è che la stragrande maggioranza degli autori non è nel mercato e, in buona parte, si rivolge alla Siae. Un non iscritto alla Siae, che deposita in Siae, non vuole (e non può) ricevere compensi tramite Siae, intende solo tutelare i suoi diritti”.
Tali diritti però possono essere protetti con strumenti tecnologici e giuridici alternativi, altrettanto efficaci e meno onerosi (un elenco completo è qui: www.comune.torino.it/musicainpiemonte/consulenze.htm). Tra questi c'è appunto Copyzero, la tutela del diritto d'autore tramite apposizione di firma digitale e marca temporale.
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La firma digitale, per chi non ne fosse al corrente, è l'equivalente elettronico di una tradizionale firma su carta. Ha lo stesso valore legale.* L'unica differenza è che è sempre associata a un documento informatico, al quale attribuisce informazioni che ne attestano con certezza l'integrità (cioè che il documento non è stato manomesso), l'autenticità (l'identità di chi la firma) e la non ripudiabilità (l'autore non può più disconoscere il documento firmato). La marca temporale, invece, fornisce la prova che un determinato documento esisteva già al momento della marcatura e prima di una certa data. Nella marca sono indicati data e ora, nome dell'emittente della marca e impronta del documento marcato (ossia una sequenza di numeri di lunghezza fissa che identificano univocamente il file). “Da un punto di vista tecnologico – ci spiega Grossi - la marca temporale richiede risorse tecniche maggiori. Non è un caso che apporre la marca ha un costo (0,36 euro), mentre apporre la firma no”.
Il procedimento da seguire è semplice. L'autore converte la propria opera in formato digitale, vi inserisce i dati di copyright e l'eventuale licenza ed infine la firma e la marca utilizzando una smart card, il relativo lettore e uno specifico software (in genere multi-piattaforma). Se il lettore è reperibile ovunque, in qualsiasi punto vendita abilitato, la smart card può essere ritirata presso l'Ente Certificatore, così denominato perché rilascia un “certificato digitale di sottoscrizione” nel quale è specificata l'identità del titolare della smart card, la chiave pubblica che gli è stata attribuita, il periodo di validità del certificato e i propri dati, cioè dell'Ente che ha certificato. Così facendo il titolare entra a far parte di un elenco pubblico di certificati e chiunque voglia verificare la validità del suo certificato può farlo consultando questo elenco online o richiedendo informazioni direttamente all'Ente. InfoCamere, la Società Consortile di Informatica delle Camere di Commercio Italiane, è uno dei primi e più efficienti (www.card.infocamere.it/firma/cps/manualeoperativo_PRA_2.12_I.pdf )
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La firma tutela tutti i diritti, patrimoniali e morali, ed è anche conveniente dal punto di vista economico. Tutelare i propri diritti tramite Siae, infatti, costa, per ogni singolo deposito da parte di un non iscritto alla Siae, 110 euro, da corrispondere ogni 5 anni per il rinnovo. Comprare una smart card e un lettore costa molto meno, al massimo 50 euro ed è un prezzo che si paga una sola volta e per sempre (negli anni è anche destinato a calare). Per chi non volesse o non potesse comprare neanche la smart card e il lettore, c'è sempre Copyzero On-line un servizio gratuito ma riservato ai sostenitori, ossia a chi ha donato anche un solo euro all'associazione.
Il procedimento da seguire per Copyzero Online è ancora più rapido. L'opera, convertita in formato digitale, viene compressa in un archivio protetto con password (la dimensione del file non deve essere superiore ai 20 mega) e inviata direttamente a copyzero.org, insieme ad un modulo opportunamente compilato e un documento di identificazione. Nel caso in cui si tratti di un software, il file archivio dovrà contenere i sorgenti. Una volta che copyzero.org l'ha marcata temporalmente (nel caso di Copyzero Online la marca è ciò che conta veramente), l'autore potrà scaricarla dalla rete. Sempre in rete è possibile esaminare e verificare la validità dei file ottenuti (quelli firmati e marcati hanno rispettivamente estensione .p7m e .m7m), che non sarebbero altrimenti leggibili se non dotandosi dell'apposito software (www.card.infocamere.it/servizi/vericert.htm).
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Copyzero favorisce soprattutto, ma non esclusivamente, il copyleft, l'open content e chi non è iscritto alla Siae (e dunque non percepisce eventuali compensi). “Ciò non significa – sottolinea Grossi - che il diritto a compenso sparisce se non ci si rivolge alla Siae. E' sempre possibile mettere in vendita le proprie opere su Internet. Inoltre, se non si tratta di un'attività professionale, ma di una vendita occasionale, e se non si è iscritti alla Siae, è possibile vendere le proprie opere senza la necessità di aprire partita iva e senza la necessità di richiedere la licenza multimediale Siae”. “Il software proprietario – ci spiega ancora - è "autotutelato" (il sorgente è invisibile e dunque non è possibile “appropriarsene” facilmente). Il software libero, invece, è per sua natura più esposto a indebite utilizzazioni del codice. Nell'open content il lavoro, spesso, è collettivo e progressivo: è opportuno tutelarlo “giorno per giorno” (questo ovviamente vale anche per il software libero)”. Copyzero non solo fortifica il copyleft contribuendo significativamente alla sua rispettabilità in tutti quei rari casi in cui versi in condizione di debolezza, ma risulta particolarmente utile anche in caso di work in progress o di opere che si sviluppano collettivamente, in quanto dà la possibilità ad ogni nuovo autore di aggiungere la propria firma a quella degli autori che l'hanno preceduto e di apporre una marca temporale nuova ad ogni nuova versione dell'opera.
Alla domanda “Copyzero può essere definita una valida alternativa alla Siae?”, Grossi risponde: “Sì, per chi non ha interesse a percepire compensi attraverso Siae. La firma digitale qualificata è uno strumento molto potente soprattutto in paesi come l'Italia. Oggi, con la firma digitale qualificata si stipulano contratti (le stesse licenze open content sono contratti, le cui clausole vessatorie necessitano della sottoscrizione: altrimenti dette clausole, come, ad esempio, la clausola di limitazione di responsabilità, sono nulle e possono comportare la nullità dell'intera licenza), domani si firmeranno petizioni on-line (una bella prospettiva di democrazia partecipativa)... molti usi, molte opportunità di progresso. Certo, sono in pochi a conoscere e a sapere usare la firma digitale qualificata. Se Copyzero è poco noto è anche perché le potenzialità della firma digitale sono poco conosciute, malgrado alcuni siti giuridici ne parlino costantemente e in profondità”.
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Anche se di Copyzero si parla poco, sono già tanti quelli che se ne servono per tutelarsi: saggisti, narratori, fotografi, grafici, programmatori e soprattutto musicisti. Sono così numerose le richieste giornaliere per Copyzero Online che si è dovuto stabilire una regola: “tra una richiesta e l'altra devono intercorrere almeno 15 giorni”. Molti abbinano Copyzero alle licenze Creative Commons (http://www.scuolaonline.wide.it/Pagine/pianowork22.html), altri alle Copyzero X, le prime e uniche licenze made in Italy. Se con Copyzero tuteli l'opera con le licenze Copyzero X la liberi. Ma questo è un altro discorso e l'affronteremo nel prossimo numero.
* Le firma digitale è stata equiparata a quella tradizionale con il DPR 10 novembre 1997, n. 513. La principale legge che la disciplina è il decreto legislativo 5 marzo 2005, n. 82, che però entrerà in vigore il 1° gennaio 2006.
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