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PORNEZ, LO STRANO CONNUBIO TRA HACKING E PORNOGRAFIA di Ennio Martignago

Chi abbia navigato fra i classici siti dell'hacking, quelli che in genere finiscono in "-ez", avrà notato che esiste quasi sempre uno spazio riservato alle risorse pornografiche. Spesso, anzi, sono addirittura forniti autentici servizi a luce rossa o segnalati collegamenti a siti specializzati.
Viene a questo punto da domandarsi che cosa abbia a che fare la pornografia con quegli strani ragazzi dediti a sproteggere e diffondere illegalmente software commerciale, virus, password e così via. Di siti pornografici ce ne sono già molti e non sono affatto alternativi, non più di quanto possa essere alternativo Playboy o Le Ore.
Oltretutto, l'effetto che sortisce questa scoperta è soprattutto quello di far perdere l'alone da anti-eroe a questi guerrieri della notte, beautiful loosers alternativi alle periferie del sistema, ora implicati in uno spaccio di bassofondo.

Una vera risposta probabilmente è impossibile. In molti casi, dietro a questo fenomeno si nascondono puri e semplici interessi commerciali. In altri, forme di frustrazione di adolescenti solitari che sublimano la sessualità nella macchina e a cui quindi il connubio con una reificazione meccanica va particolarmente a pennello.
Dall'altro lato occorre sottolineare come le radici dell'ideologia cyber, che accomuna molti hacker, non siano estranee alle pratiche e alle ideologie del sesso alternativo. Un improbabile reverendo William Cooper teorizza il Sesso estremo facendosi guru per gli stessi giovani punk, dediti al piercing, al tattoo e alla negazione della società dei benpensanti. Predica il soggiogamento liberatorio del corpo attraverso pratiche iconoclastiche che vanno dal sadomasochismo, al boundage, al fisting, passando per tutto quello che può costituire una forma qualsiasi di negazione delle regole e dei valori connessi alla comune visione della sessualità come legante sociale.

Il maitre à penser di riferimento è quell'Harry Kipper a cui si rifà molto del pensiero cyber, autore di un manifesto reperibile solo in rete intitolato Hot Blades e inventore dell'idea di soppressione del concetto d'autore condivisa da quanti si firmano con lo pseudonimo di Luther Blisset, autentico simbolo del movimento no-copyright. Quest'ideologia si identifica con l'arcano concetto di libertinaggio etico-antagonista fra soggetti liberi e reciprocamente consenzienti. Si va dal sesso casuale, che supera di gran lunga la "disinibizione" del sesso di gruppo, al sesso indifferente, in quanto anche l'idea stessa del sesso per piacere estetico è da superare in funzione di un fine di liberazione, non solo concettuale ("il sesso è mio e me lo gestisco io"), ma anche semplicemente fisica (una sorta di nichilismo radicale).
Analogamente si incontra l'artista che ha deciso di assumere il proprio stesso corpo come materiale o tavolozza della sua arte, come pure l'intellettuale sinistrorso che esprime nel corpo attraverso i rituali sadomaso la sua problematica del potere. Proteso a vivere intimamente le metamorfosi del soggetto, il corpo diventa occasione di modifiche chirurgiche, mutilazioni e protesi del tutto irreversibili: un'artista che si porta addosso la sua stessa opera omnia, in quanto il suo corpo è il derivato della galleria della sua vita. Anche in questo caso il significato sacrale del corpo che è alla radice dell'idea stessa di sessualità viene negato e stravolto, in ragione di un integralismo religioso alternativo: una sorta di essenzialismo anti-romantico.

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Se poi frequentate Usenet non troverete soltanto i newsgroup dei pedofili, ma anche quelli dei monchi o degli eunuchi, da cui potreste imparare molto. Innanzitutto che i modi di intendere sesso e corpo possono essere radicalmente diversi e che quello che potrà sembrare a voi morboso, per altri è la forma più ovvia e forse l'unica in cui può declinare questo tema. Ecco dunque che il sesso con gli animali o con oggetti deturpanti diventa una reazione sovversiva, o meglio di negazione sociale e di violenza nei confronti delle logiche benpensanti reputate false e meschine.

Il paradosso è che le due forme finiscono per assomigliarsi non poco. È fra gli stessi benpensanti che non perdono un telegiornale e condividono il medesimo pensiero carrierista e di successo, e che poi si trovano tutti alle cerimonie della comunità urbana o religiosa, che si nascondono gli oziosi cercatori di esperienze perverse che facciano sentire speciali, segretamente intenditori e persone di mondo. Il turismo sessuale e la pedofilia del potere, come tutti sappiamo, nascono e si sviluppano in questo ambiente, del tutto indifferente alla natura delle fonti del proprio mercimonio. Così accade che questi sfruttino le risorse della pornografia commerciale al pari di quella di contrabbando, il mercato illegale extracomunitario o i canali della delinquenza organizzata allo stesso modo delle risorse warez o cyberpunk. Analogamente può accadere che quel pensiero "alternativo" si riduca a una pragmatica indifferenza e a un cinismo del tutto tradizionali e che certe risorse di provocazione sociale si trasformino in comuni fonti di deviazione di mercato.

Tutto questo facilitato proprio dai media che generalizzano tutto quanto faccia scalpore. Infatti, non solo si assiste comunemente a una criminalizzazione dello strumento Internet in quanto canale clandestino della delinquenza più abominevole, ma più in generale a una massificazione del tema della sessualità che così non viene affrontato seriamente.
Hacker e cyberpunk portano alla luce l'inibizione del tema della sessualità per come viene presentato dai media. Alla ricerca del sensazionalismo, i telegiornali criminalizzano tutto ciò che esula dalle stanze istituzionali delle famiglie o delle coppie disinibite, solo per il fatto di usare Internet come vettore. In questo modo sono proprio i canali dell'informazione "normale" ad appiattire il discorso sul sesso ad un manicheismo normativo o medicalizzante, rendendo impossibile un confronto aperto, sereno e maturo sul tema e spingendo così tutti a una scelta di appartenenze: "stai fra i normali o fra i pervertiti?".

Avviene così che l'hacker cyber si avvicina al gossip porno per una scelta di affinità rispetto a questo aut-aut normativo-manicheista, mentre noi, normali anche se disponibili alla critica, finiamo per catalogare gli uni e gli altri nello stesso indotto: quello dello sfruttamento della sessualità e del mercato del porno.
Se non si vuole finire inglobati in questo schieramento artificioso non rimane che tentare il dialogo con chi vive queste esperienze, sperando di non finire ad avere a che fare con fanatici integralisti che obbligheranno anche noi a una scelta di campo. Ma se non vogliamo lanciarci in questa ricerca, dovremo quanto meno sospendere il giudizio, accettando queste strade come utili esperienze di libertà di espressione e di autonomia di pensiero.

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